30 novembre 2008

Una settimana così


E' stata una settimana un po' così. In teatro ho visto alcuni spettacoli per bambini, tutti ben fatti. Quello che mi è piaciuto di più è "Bù!", la storia del piccolo e pauroso Bartolomeo (fratello di Lino, Mino, Tino, Rino, Cino, Pino e Gino) che riesce a sconfiggere (nell'ordine) il ladro, il lupo, la strega, l'uomo nero e le proprie paure.
Poi è stata anche la settimana del mio compleanno e della prima febbre di questo inverno. Per il compleanno ho ricevuto dei bei regali: un libro ("Nè qui nè altrove", di Carofiglio), un disco, delle calze, dei soldi e una torta gelsomina. E degli auguri, tutti un po' inaspettati.
Bù! - Andrea, Annalisa A, io, Luca. Seconda mattina: io, Marta, Valentina S.
L'ombra di Pollicino - Annalisa A, io.
Convegno Istituto Ciechi - Andrea (ultimo turno), Annalisa A, Giulia, io, Marta, Valentina P (primo turno insieme), Valentina S.

25 novembre 2008

Il bambino vomitone e altre storie


Qualche notizia dal mondo.
Germania - Ho scoperto che a Monaco di Baviera c'è una gelateria gestita da un signore che ha il mio stesso cognome (forse un parente, visto che esistono poche famiglie con questo cognome). Questa gelateria ha anche un fanclub su Facebook. Combinazione vuole che il mio ricordo di Monaco sia legato proprio ai gelati: l'unica volta che ci sono stato, infatti, ho vomitato in tutta la stanza d'albergo per tutta la notte dopo aver mangiato tre gelati Crik Crok (ed aver bevuto tipo cinque bottigliette di acqua gassata). La mattina dopo i miei genitori offrirono ai gestori dell'albergo un risarcimento ma quelli, senza aver visto la camera, rifiutarono signorilmente e ci lasciarono partire. Quando la prima cameriera entrò nella stanza fece quest'espressione, che suo marito Edvard immortalò in un quadro poi divenuto famoso con il titolo "L'urlo di Munchen". Quel pomeriggio, dopo un rapido sopralluogo, il cancelliere Kohl telefonò a Spadolini dicendogli che la Germania si considerava esentata dal pagare all'Italia i danni di guerra e che anzi avanzava qualcosina.
Emilia - Ieri è nevicato qui a Reggio e io ho fatto queste foto; che rappresentano un po' il percorso che seguo per andare in teatro.
India - Sapete perchè in India non esistono più differenze tra bramini ed intoccabili? Perchè in un paese che adora le vacche era naturale che abolissero le caste! (era nella sceneggiatura originale di Natale in India, ma poi fu eliminata perchè non all'altezza del resto del film)
Alto Adige - Ho deciso che quest'anno tengo anche per la Trojer nella coppa del mondo di sci. E' di Bolzano ed è brava soprattutto in gigante e slalom.
Illinois - Molti di noi almeno una volta nella vita si sono chiesti: ma le maschere teatrali non sono mai state rappresentate nella pittura? Io di maschere nei quadri ne ho trovate solo due, e sono tutte e due maschere di cinema e non di teatro, ma visto che quei cinema sono belli come teatri (forse non è un caso se negli Usa il cinema è chiamato theatre) fa lo stesso. Entrambi i quadri sono di Edward Hopper. Il primo si chiama New York Movie, il secondo Sheridan Theatre. Lo Sheridan Theatre sorgeva a Chicago; aveva 2650 posti ed uno stile rinascimentale. Fu chiuso più volte e poi definitivamente demolito negli anni '90. Mi sarebbe piaciuto fare una ricerca più approfondita sulle maschere nella pittura, ma non sono neanche riuscito a scoprire come si dice "maschera" (nel senso di addetto al pubblico) in inglese o altre lingue e perciò mi son fermato subito.

23 novembre 2008

Appunti celestini


Al teatro Ariosto ieri sera c'era "Appunti per un film sulla lotta di classe", di Ascanio Celestini. Avevo sempre sentito parlare molto bene di questo autore e mi era piaciuto nella sua particina nel film "Mio fratello è figlio unico", dove faceva il prete-professore di Accio, perciò l'ho visto volentieri. In effetti Celestini è bravo e simpatico e divertente, anche se ci sono state anche alcune cosette che ho apprezzato meno (non abbiamo la stessa ideologia politica..). Così, tutto qua: ogni volta vorrei scrivere delle recensioni profonde e sensibili ma vengono sempre dei pocci e alla fine le cancello.
Appunti per un film sulla lotta di classe: Andrea (bg), Annalisa A (Cm), Elisabetta D (III), Giovanni (I d), Io (II), Luca (P), Marta (gr, primo turno insieme), Riccardo (bg), Valentina P (I s, primo turno insieme).

19 novembre 2008

Il cane sul sasso e altre storie


Visto che non mi accade mai niente di interessante metterò qui alcuni piccoli avvenimenti che sono avvenuti negli ultimi giorni nella mia città.
Non c'è rosona senza spinone - Il più bellino (perchè è finito bene) è quello di un cane spinone rimasto intrappolato (chissà come) in mezzo al fiume Enza, il corso d'acqua che separa Reggio da Parma. Il cane, fradicio ed impaurito, si era rifugiato su un minuscolo isolotto costituito da un pietrone in mezzo alle gelide e tumultuose acque dell'Enza. Un passante per fortuna l'ha visto ed ha telefonato ai pompieri, che però sono dovuti arrivare da Reggio, cioè da almeno mezz'ora di distanza. Alla fine, piccolo assideramento a parte, è andato tutto bene e visto che l'avvenimento è finito sul giornale immagino che si sia anche riusciti a rintracciare i padroni. Cosa curiosa: il fatto è accaduto a Canossa e il giornale che ne ha parlato è il Carlino (-> articolo), insomma tutto all'insegna dei cani.
Mosaico - Durante il restauro del Duomo di Reggio è stato ritrovato nella cripta un mosaico di circa 1700 anni fa (l'epoca di San Martino); si vedono un uomo con un'anatra ed una donna con un pesce; non si sa bene cosa rappresentino, forse una semplice immagine bucolica. Però è bello e mi piacerebbe andarlo a vedere, un giorno. Quando ero piccolo i mosaici non mi piacevano (anche perchè a scuola ci portavano in continuazione a vedere il mausoleo di Ravenna e non ne potevamo più), invece da un po' ho iniziato ad apprezzarli. Non si sa bene cosa vuol dire "mosaico", qualcuno dice che deriva da "muse", qualcuno da "Mosè", qualcuno da altre cose ancora.
Rugby - Oggi sono andato a vedere il terzo allenamento reggiano della nazionale azzurra, che sabato gioca contro i Pacific Islanders. Ho fatto delle foto. In questa ci sono Mirco Bergamasco e la mia scarpa, perchè lui me l'aveva chiesto espressamente per poterla farla vedere ai suoi nipotini; le altre sono qui. Ne volevo approfittare per caldeggiare tra gli azzurri la mia proposta, far sì che la meta segnata passando attraverso i pali valga direttamente sette punti, senza dover calciare la trasformazione; però non mi sono attentato, anche se nei loro occhi leggevo la voglia di appoggiarmi.

15 novembre 2008

L'ottavo muro


Potrà sembrare strano perchè sono un tipo sempre brillante ed entusiasta della vita, ma in questo periodo sono un po' giù. Infatti volevo fare un altro post lamentone, ma poi ho scoperto che al centesimo post lamentone scatta una nuova fascia di tassazione (art.648 del nov.'07) e allora mio malgrado soprassederò e dirò semplicemente cosa mi è successo in questo periodo, cosa che interessa sempre tutti quanti. E visto che non posso elencare le cose negative racconterò solo quelle positive: la prima è che ero dimagrito un sacco, da ottanta chili ero passato addirittura a settantaquattro; poi però due giorni dopo ero 70 chili ed ho iniziato ad avere qualche sospetto; il giorno dopo ancora ero sceso a 64 e dopo un'altra ora a 61. Stamattina ero 53,1. O ho un gregge di tenie dentro o la mia bilancia ha qualche problemino (in effetti l'oroscopista Brezsny, del quale non posso fare a meno, diceva che questa sarebbe stata una settimana problematica per le bilance). La seconda cosa carina è che un passerotto piemontese (so che è un nomignolo un po' zuccheroso, ma c'era una canzone degli Ufo Piemontesi che diceva "passerotto non andare via", e visto che lei è sia una Ufa piemontese che un passerotto come Woodstock ho pensato che ci potesse stare) mi ha mandato un gioco toghissimo: zookeeper! Il mio record è 23.850 e non sono mai riuscito ad andare al di là dell'ottavo muro. Richard Gere si svegliava all'alba per fare flessioni a testa in giù, Sylvester Stallone per andare a correre fino al Campidoglio, io stamattina mi sono svegliato alle sette per giocare a zookeeper e vedere in streaming Giappone-Usa di rugby (è finita 29-19). Un'altra cosa bella è che la Kildow (quest'anno forse tengo per lei, ma non ho ancora deciso) ha vinto ieri lo slalom speciale di Levi: ecco la sua seconda manche con il commento molto statunitense del telecronista statunitense. E poi ho costruito la mia prima applicazione su facebook, si chiama "Regali dalla mia città" e l'ho copiata spudoratamente da una cosa quasi uguale. Basta

13 novembre 2008

L'inerme imbattibile


Stamattina in teatro c'è stato un concerto di Massimo Zamboni, ex CCCP ed ex CSI. Era rivolto ai ragazzi delle superiori ed imperniato su Mostar, la cittadina bosniaca teatro di guerra nello scorso decennio. Zamboni ha suonato i brani del nuovo CD "L'inerme imbattibile" (la sua tesi: chi vince è disperato ed è il vero sconfitto; l'inerme, apparente perdente, è il vincitore) ed anche una canzone dei CSI (questa), e qui i ragazzi hanno acceso gli accendini e così per la prima volta in vita mia ho partecipato ad un concerto con gli accendini.
L'inerme imbattibile (teatro Cavallerizza), maschere: Annalisa A, Giulia, Io.

11 novembre 2008

Abelardo a cui una mosca


In questi giorni sto leggendo le lettere di Abelardo ed Eloisa, un libro che avevo comprato per l'esame di letteratura latina medioevale, tanto tempo fa. Il periodo nel quale vissero Abelardo ed Eloisa è suppergiù quello di Matilde di Canossa, i decenni a cavallo del 1100. Non mi ero mai interessato a quest'epoca storica ed ora, fortuitamente, la sto scoprendo un po'. E' bello quando, mentre si apprendono nozioni, ci si accorge che si sa già qualcosa di quell'argomento e che ciò aiuta ad imparare le cose nuove: è un po' come mettere dei mattoncini, ognuno rende più facile porne un altro. Che riflessione originale eh? I miei secoli preferiti in realtà sono quelli dal XIII al XV, un po' per la loro arte ma anche, forse ed inconsciamente, perchè nella mia collezione di "Topolino" i numeri dal 1200 al 1400 sono i più belli (credo di avere tutti i numeri di Topolino dal 1250 circa al 1450 circa, molte ragazze mi si son concesse immediatamente quando l'hanno saputo). Il carteggio tra Abelardo ed Eloisa è piacevole da leggere, anche se l'autenticità delle epistole è piuttosto contestata (potrebbero essere state create nel '300, come una specie di romanzo dell'epoca). Abelardo era un ragazzo bretone appassionato di dialettica, che aveva rinunciato ai privilegi della sua ricca famiglia per trasferirsi a Parigi dove aveva velocemente scalzato dalla cattedra l'autorevole Guglielmo, battendolo ripetutamente nelle dispute. Da allora conquistò sempre più fama ed allori accademici, finchè, all'età di 36 anni ed al colmo del successo, conobbe Eloisa, una ragazza di 16 anni alla quale era stato chiamato a fare da precettore. Eloisa era colta ed intelligente, una rarità in un'epoca nella quale anche le ragazze agiate venivano tenute lontano dalla cultura. Fu un colpo di fulmine reciproco. Quando lei rimase incinta il padre si infuriò come un gatto. Abelardo acconsentì al matrimonio ma volle che venisse svolto in segreto, perchè temeva che la faccenda avrebbe incrinato il suo prestigio cattedratico; al padre di Eloisa questo non bastò e con una sottile mossa psicologica una notte lo fece evirare da due scagnozzi. Abelardo ed Eloisa decisero allora di scegliere entrambi la vita conventuale, in due monasteri diversi. Nel corso dei successivi decenni lui ebbe altre traversie ma riuscirono più di una volta a rivedersi. Ed al momento della morte Eloisa ottenne di venirgli seppellita accanto.
Grammatica - Una forma grammaticale che a me non piace molto è "a cui". In latino cui vuol dire "a chi", "al quale", quindi secondo me dire "a cui" in italiano è una ripetizione inelegante. Ancora peggio mi pare suonino "di cui", "per cui"... In genere io cerco sempre di impiegare "quale" e non "cui". Questo per rispondere alle tante lettere sull'argomento arrivatemi.
Zoologia - L'altro giorno una povera mosca che forse si era risvegliata dal letargo a causa del caldo insolito di questi giorni ha gironzolato sul mio computer per ore, andando spesso ad inebriarsi e stordirsi là dove esce l'aria calda della ventola. Poverella. Le ho anche fatto una foto. Queste temperature alte proprio non mi piacciono, scombussolano anche gli animali. Ormai qui da me la nebbia è piuttosto rara, sulle Alpi i ghiacciai si sciolgono ed in alcuni posti tradizionalmente freddi, come la capitale russa, non si vede quasi più la neve. E' per quello che si dice "una mosca bianca" per dire che una cosa è molto insolita.

9 novembre 2008

Olivia Paperina


Oggi pomeriggio in teatro c'è stato "Olivia paperina", uno spettacolo per bambini inventato da Altan, il creatore di Pimpa. Lo spettacolo è stato piacevole, come sempre. Era la storia della papera Olivia che appena nata incontra il ranocchio Carletto (era uguale a Carletto il camaleonte dei sofficini, non so se uno ha copiato l'altro o se era un caso) e da lui impara viaggiando i nomi delle cose che ci sono al mondo. Nel corso del cammino incontrano l'ape Paolina, il gabbiano Gaetano, un granchio e il gambero Onin, che insegna loro il modo per tornare indietro.
Olivia Paperina (teatro Ariosto): Giulia, Io, Luca (primo turno insieme), Maria Rosaria, Riccardo, Roberto.

5 novembre 2008

Lamento n°432


Anche questo è un periodo nel quale le cose non scorrono mica tanto per il verso giusto. Però ormai è un po' la normalità. Una delle cose più brutte di quando le cose non vanno tanto bene è che si rovinano anche quelle piccole realtà che sembravano belle in sè stesse e per questo inattacabili. Faccio un piccolo esempio un po' pavoneggione: Leopardi riusciva a trovare tranquillità ed un senso di infinito dietro la sua siepe, Pascoli nella nebbia che circondava la sua tenuta, Linus sotto la sua coperta, Schroeder chinando la testa sul pianoforte, Snoopy sdraiandosi sulla cuccia a guardare le stelle; ognuno ha un suo rifugio ed un panorama dove riposare gli occhi lasciando vagabondare la mente. Il mio preferito è l'angolino sulla cataratta del laghetto delle nutrie (foto sopra; è un po' inquinato, se fosse bonificato l'Italia rientrerebbe nei parametri di Kyoto), però adesso non riesco più a starci a lungo. Rimango lì dieci minuti e poi mi vien voglia di andare via, di fare qualcosa. Come se un foro da qualche parte avesse fatto sgusciare via l' "infinitezza" di quel luogo. Va bè insomma. Di cose belle quali mi sono capitate? Ieri sera ho visto per la prima volta "La bella addormentata nel bosco" (1957) ed è stata una bella sorpresa. Quand'ero piccolo i film Disney non venivano mai riproiettati al cinema dopo l'anno della loro uscita, perciò non era possibile conoscere i classici come Pinocchio, Biancaneve (non ho mai visto nessuno dei due) e appunto La bella addormentata. Quest'ultimo non mi aveva mai attratto tanto ma l'ho trovato davvero carino: dura poco (72'), le scene del castello hanno uno stile curioso e accattivante ispirato credo alle miniature del 1300 e le tre fatine Flora, Fauna e Serenella (qui in uno spezzone su youtube) sono simpatiche.
Poi sto ascoltando un disco di Vivaldi ("Die vier Jahreszeiten") molto bello che mi ha prestato un mio amico. Più che ascoltando lo sto riascoltando per la settima volta. Io faccio sempre un po' così: ascolto lo stesso disco o canzone per dieci volte poi magari me lo dimentico per dieci anni.

2 novembre 2008

L'uomo che guardava le cose su internet


Il post di ieri era bruttu. Non mi piace quando sporco questo povero blogghino con delle semate grattugiose. Ma va bè. Il problema però è che adesso non so cosa dire. Perciò racconterò cosa ho fatto ieri. Ieri sera, mentre tutti facevano noiosamente sesso con le ragazze rimorchiate in discoteca, io ho guardato su internet un film cinese di rugby in mandarino (ma c'erano i sottotitoli in cantonese). E' simpatico, si intitola 答案在风中, che dovrebbe voler dire qualcosa come "vagando nel vento". Poi negli ultimi giorni ho guardato spesso altre due cose su internet: i trailer di Madagascar2, che sembra carino come il primo. Sono quasi tentato di andare al cinema in mezzo alla gente per vederlo, però tanto non lo farò. E poi mi piaceva ascoltare 40pass di Van De Sfroos. Tutto qua, buona domenica a tutti!

1 novembre 2008

Così


Non so più bene cosa scrivere in questo blog. Mi sono iscritto a Facebook ma è stato un po' come tradire il povero msn, ormai quasi deserto. E' caruccio facebook, ma non ha le emoticon della scimmia che si pettina, del panda che salta sopra la pancia di suo padre e di pukka che cavalca un mulo, perciò non potrà mai essere all'altezza di messenger. Però, sì, è bello perchè si riescono a rintracciare vecchi amici. E' vero che lo si può fare anche di persona o per telefono, ma così è più soft, meno invadente. Ieri, cambiando discorso, ho fatto dei comunicatini stampa ed ho imparato la storia dell'estate di San Martino, il periodo autunnale di clima innaturalmente mite che in America chiamano "estate indiana". San Martino era un soldato romano nato in Pannonia (più o meno l'attuale Ungheria). L'11 novembre 316 (era una domenica, l'ho scoperto qua) stava camminando sotto il nevischio avvoltolato nel suo mantello militare quando vide un vecchio seminudo, inerme di fronte alle intemperie. Impietosito, Martino tagliò in due il mantello e ne diede metà al vecchio. Poi proseguì il cammino, anche se con solo metà coperta il gelo iniziava a farsi sentire. Dopo pochi istanti le intemperie cessarono di colpo, il cielo si aprì e l'aria divenne tiepida. Era nata la prima estate di San Martino, per ringraziare il soldato del suo gesto di carità. Qui nella mia provincia dal 9 all'11 ci saranno almeno un paio di feste di San Martino. Il piatto tipico saranno i borlenghi, delle crepes dal sapore delicato come tutti i piatti reggiani. Sono a base di cotenna di maiale, lardo ed aglio. Sapete perchè la Pannonia aveva un'economia florida? Perchè d'inverno era la maggior esportatrice in Lettonia. D'estate invece aveva più difficoltà perchè i lettoni si servivano soprattutto dal reame di Lenzuolonia. Mi è venuta in mente ieri, alla sesta ora di vigilanza. Poi basta direi. So che sto diventando un po' noioso ma non mi va più tanto di fare il semo come prima. Sto maturando un pochino (succede, a noi adolescenti), però non riesco a rimpiazzare la giocosità adolescenziale con un po' di spessore intellettuale. Quindi divento semplicemente noioso. Però in compenso non sono più vittimista. Bah