tag:blogger.com,1999:blog-321155672024-02-19T23:22:19.851+01:00cespugli secchiPacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.comBlogger285125tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-67525227937508653622021-06-09T10:09:00.001+02:002021-06-09T10:09:06.634+02:00Percorso in bici 3: la lontana ex colonia<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYD2ycHlTMUUtjKjH_xVrXLgNDSwCkVt8DtPMw9NeYPbWDkmaokFsgs5SZD3mtFkUE5Hp2SuqO2mAna7zVmPz3RGlLZ9TpQXqeSKstdqdgtMpM5sK_B55wCWiiHlTGAh-5oEPfng/s2048/pietrachetta+3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYD2ycHlTMUUtjKjH_xVrXLgNDSwCkVt8DtPMw9NeYPbWDkmaokFsgs5SZD3mtFkUE5Hp2SuqO2mAna7zVmPz3RGlLZ9TpQXqeSKstdqdgtMpM5sK_B55wCWiiHlTGAh-5oEPfng/s320/pietrachetta+3.jpg" width="320" /></a></div><br /> Pietrachetta è un coaguletto di case poco oltre quota 1000 m slm, alle quali stupisce perfino che qualcuno abbia dato un nome. Dista da Reggio 67 km; le pendenze non sono dure ma la distanza e la costante salita richiedono grande allenamento. Pietrachetta è meta cara agli ex bambini nati negli anni ’70 perché in questo lembo d’Appennino sorgeva una piccola colonia per scolaresche, destinata a breve vita forse perché troppo isolata. L’edificio abbandonato è ancora lì, con le finiture gialle e una struttura a gradoni pensata per armonizzarsi quanto possibile con il monte retrostante. Per arrivare lassù si può percorrere la statale 63 (meglio la domenica mattina, senza camion; al Bocco tenersi sulla strada vecchia, per evitar le gallerie) fino alla deviazione per Villa Minozzo; a Villa si infila la strada di Cervarolo, lungo la quale si sfiora la cascata del Golfarone. Pietrachetta si trova, semi-nascosta, 15 km oltre Villa Minozzo e due km prima di Cervarolo. Vale la pena fermarsi nel suo piazzale, mangiare qualcosa al sacco in onore delle merende di quei lontani anni e salutare la cadente struttura, per chi ci ha dormito più nobile di quella del Colosseo. Forse da qualche parte in mezzo alle rovine è rimasta una figurina di Bigon, o un pupazzetto del primo Guerre Stellari.<p></p><p>Reggio-Pietrachetta: 67 km. Pendenza media 1.5% (gli ultimi 22 km, da Gatta, 3%).</p><p><br /></p>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-70982556152675738502021-06-08T21:17:00.003+02:002021-06-08T21:18:33.430+02:00Percorso in bici 2: Da Reggio al Po<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkirIsknGwyr9VEEjayFapAJmiNogMAPBcbjq4NnLo_UIChzbTeh2UgKXX_5beZmzWGNVAJi_-7mtfRJJM_xzUxw_Xf9j3dkw_4GEsg9QPpnbBM0SM9TGbw5jreZih5r5_6CmdLQ/s2048/lungo+crostolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkirIsknGwyr9VEEjayFapAJmiNogMAPBcbjq4NnLo_UIChzbTeh2UgKXX_5beZmzWGNVAJi_-7mtfRJJM_xzUxw_Xf9j3dkw_4GEsg9QPpnbBM0SM9TGbw5jreZih5r5_6CmdLQ/s320/lungo+crostolo.jpg" width="320" /></a></div><br /> Il viaggio da Reggio al Po lungo il Crostolo misura 30 km ma è pianeggiante e in buona parte fuori dal traffico, quindi basta un po’ di allenamento per trasformarlo in una piacevole pedalata anche per famiglie. Purtroppo (ed è un grande purtroppo) non è ancora interamente coperto da una pista ciclabile ufficiale. La maggior parte del percorso è su strada bianca, occorre perciò una bici con gomme robuste. A Reggio si può iniziare il viaggio in qualsiasi punto del lungo Crostolo, direzione nord. Si raggiunge la zona annonaria (via Verità) e dopo uno stretto sottopasso si sale sull’argine, fino a C.d.Bosco Sopra; in questo tratto occorre scendere un paio di volte dall’argine e percorrere tratti di asfalto, superando con cautela due sottopassi. Giunti al ponte tra Roncocesi e C.d.Bosco Sopra si deve cambiare riva, passando sulla destra; questo segmento di argine è demaniale e ha il fondo in erba, ma è ormai meta comune di pedalate. Dopo tre km l’argine ridiventa strada bianca; al ponte tra C.d.Bosco Sotto e Castelnovo (via Limido) si scende su asfalto verso sinistra e si imbocca via Camporanieri; ora si può andar sempre dritti, superando un’aia con cagnolini all’arrembaggio, campi di meloni e il ponte di S.Vittoria. Giunti all’ultimo ponte si scende a destra e si attraversa il corso di Guastalla, oltre il quale inizia il viale che porta al Po. La visione del fiume ripaga del lungo viaggio. <p></p>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-51995751099719483012021-06-08T19:44:00.004+02:002021-06-08T21:19:25.070+02:00Percorso in bici 1: la Chiesa di Albinea<p> </p><p class="MsoNormal" style="font-family: Cambria; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRAStvI8wo1DaVVIvXjD-1wP3ctz9QjYPBawKYNAOcvhBjcP-JgTwDIMkzl0p9liywXijCvRMBUakbfhJacKBYjTQjxAqgYunhpVcfLYW2xOV7gi8j4wPnSRtFTj9_MpjdYsf_Yw/s640/chiesa+di+albinea+1910.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="401" data-original-width="640" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRAStvI8wo1DaVVIvXjD-1wP3ctz9QjYPBawKYNAOcvhBjcP-JgTwDIMkzl0p9liywXijCvRMBUakbfhJacKBYjTQjxAqgYunhpVcfLYW2xOV7gi8j4wPnSRtFTj9_MpjdYsf_Yw/w320-h200/chiesa+di+albinea+1910.jpg" width="320" /></a></b></div><b><br /></b><div>Per i ciclisti reggiani la salita della Chiesa di Albinea è il battesimo, la prima scalata, l’inizio di una lunga carriera di pedalate in collina; un po’ per via della vicinanza alla città (10 km) e un po’ perché i suoi due km scarsi di ascesa appaiono duri ma tutto sommato abbordabili. C’è perfino una vasca, verso il termine della salita, ma non è battesimale; ci nuotano alcuni perplessi e infreddoliti pesci rossi. </div><div>Ai piedi del colle si arriva in tranquillità da Reggio, attraverso la passeggiata delle caprette e poi via Rivaltella. La salita può essere affrontata da tre versanti, come il K2. Il versante principale parte da Botteghe, scorre lungo via Chiesa, misura 1.9 km e scollina alla Chiesa. Il secondo versante sale lungo via Pareto, misura 1.5 km e ha un inizio tosto. </div><div>Il terzo versante è più nascosto, lo si imbocca andando verso il castello Più Bello e prende il nome di via Monteiatico. Qui villeggiava Ariosto, sognando guerriere e voli lunari, e questo è forse il versante più grazioso, con una dura rampa iniziale, balze successive e lo scollinamento nel borgo di Broletto, dove si trova anche una fontanella. Da Broletto girando a sinistra si raggiunge la Chiesa di Albinea. Il battesimo è completo.</div><div>Via Chiesa: 1.9 km, pendenza media 6.1%</div><div>Via Pareto: 1.5 km, pendenza media 7.6%</div><div>Via Monteiatico: 2.4 km, pendenza (fino a Broletto) 6.4%</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-49765459735007624242019-10-29T04:56:00.002+01:002019-10-29T05:16:11.420+01:00Le due dame di Chobunsai e Alessandro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFPRa_LEcW43GHTN5N8_MKx3iuT5BjdT4tw6wAuvl-CahkTl0YfO1ZJ_6q90RUgZywqv7V7J-7CSAK9946NW7AI8DT67uwANbhKQnDOUoXPm15EjcPyD0zbAKAMv4d0xEVx6c06Q/s1600/r4+Cho%25CC%2584bunsai+Eishi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="820" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFPRa_LEcW43GHTN5N8_MKx3iuT5BjdT4tw6wAuvl-CahkTl0YfO1ZJ_6q90RUgZywqv7V7J-7CSAK9946NW7AI8DT67uwANbhKQnDOUoXPm15EjcPyD0zbAKAMv4d0xEVx6c06Q/s320/r4+Cho%25CC%2584bunsai+Eishi.jpg" width="218" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDjLufa2j6vvIZOeBW5kbb9pMDR6tekNk2JAC3Xv17A02zqj3TeDGLl28xbfW6tHG9z4XF_C6Evv6ajdSCFbBiDU65COm-6L8uxrZCgeK_TiT1KR0_bwFI1cEF_oFAZMUN7Mbmnw/s1600/r5+bis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1198" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDjLufa2j6vvIZOeBW5kbb9pMDR6tekNk2JAC3Xv17A02zqj3TeDGLl28xbfW6tHG9z4XF_C6Evv6ajdSCFbBiDU65COm-6L8uxrZCgeK_TiT1KR0_bwFI1cEF_oFAZMUN7Mbmnw/s320/r5+bis.jpg" width="239" /></a><br />
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La Coppa del Mondo di rugby in Giappone ha riportato alla luce l'interesse per alcune forme dell'arte giapponese e in particolare per il gusto grafico di quella nazione. Cercando immagini di disegni di Hokusai e Hiroshige mi sono imbattuto su google in quest'opera di un autore che non conoscevo: Chobunsai Eishi (od Hosoda Eishi), vissuto tra '700 e '800. L'illustrazione è attribuita agli anni attorno al 1790 e forse ritrae una alluvione, come quelle appena accadute in Giappone a causa del mortifero tifone <i>Hagibis</i>.<br />
Appena l'ho veduta ho avuto un <i>deja vu</i>, come dicono i tedeschi: mi è tornato in mente il dipinto di Sandro Botticelli con Giuditta che torna a Betsabea, la città giudea, dopo aver mozzato il capo a Oloferne, comandante dell'invasore esercito assiro. Il capo di Oloferne è recato dall'ancella di Giuditta.<br />
Le affinità tra le due opere sono forse non evidenti ma a mio avviso numerose:<br />
- ci sono due donne in entrambi i quadri, e va bè<br />
- le due donne occupano la stessa porzione del dipinto e procedono nella stessa direzione, con un andamento che porta verso il basso a destra del quadro<br />
- la donna di sinistra reca qualcosa di ovale sul capo: nel primo caso un capo mozzato in una cesta (?), nel secondo caso un ombrello<br />
- la donna di sinistra regge la veste con la mano destra in entrambe le opere<br />
- la donna di destra ha il capo volto verso la compagna in entrambe le opere<br />
- le due protagoniste si trovano su una porzione di terreno che disegna una specie di triangolo; questi "triangoli" occupano più o meno la stessa porzione dei due dipinti<br />
- in entrambe le opere si può individuare anche una fascia rettangolare che costituisce il primo sfondo e occupa grosso modo il 40% della superficie dell'opera: nel dipinto italiano questo è formato dal terreno sul quale camminano Giuditta e la sua ancella e dai campi di color più verde scuro sull'immediato background, nell'illustrazione di Eishi da un ponticello e dalle due rive da esso collegate<br />
- in entrambe le opere all'azione sullo sfondo è riservata la zona in alto a destra del disegno<br />
- sulla destra del corpo di Giuditta si protendono apparentemente due lingue d'acqua; similmente, sulla destra del capo del personaggio di destra dell'illustrazione giapponese si protendono due lingue d'acqua<br />
- il ramoscello tenuto in mano da Giuditta può avere un vago corrispondente nella piantina lungo il bordo in basso a destra dell'opera giapponese; o forse quest'ultimo è l'omologo dell'intero albero del dipinto botticelliano (entrambi corrono a filo del margine destro)<br />
- in entrambe le opere in basso a sinistra ci sono ciuffi d'erba<br />
- la "cintura" del personaggio giapponese di sinistra e il copricapo di quello di destra possono ricordare la fascia centrale dell'abito dell'ancella e la forma del copricapo di Giuditta<br />
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Tutte queste affinità, forse vaghe non ai miei occhi, mi fanno pensare che Eishi possa essersi ispirato a Botticelli nella composizione del disegno, anche se in rete non ho trovato alcuna menzione di un'influenza del secondo sul primo.<br />
I principali dubbi riguardavano il fatto che -a quanto sapevo- il Giappone rimase una nazione ermeticamente chiusa all'esterno fino all'inizio dell'Ottocento, quando gli americani con la consueta gentilezza costrinsero militarmente i nipponici ad aprirsi al commercio con l'estero. Se la società giapponese nel '700 era ancora così chiusa, come poteva un artista di quel popolo conoscere e apprezzare un'opera neppure principale del Rinascimento italiano? Le mie profonde ricerche (wikipedia) mi hanno però portato a imparare che già dalla metà del '700 stampe di opere del Rinascimento italiano e fiammingo erano state diffuse nell'ex Cipango dai marinai olandesi, e che artisti come Hokusai e Hiroshige (e forse lo stesso Eishi) avevano imparato la tecnica della prospettiva proprio grazie a queste; in particolare, così dice wikipedia, grazie a riproduzioni di opere di Piero della Francesca e Mantegna.<br />
Botticelli non è citato ma io sono quasi convinto, anche se non completamente certo, che "Il ritorno di Giuditta a Oloferne" sia alla base dell'illustrazione di Eishi.Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-47722553124504371992014-05-28T12:10:00.002+02:002014-05-28T12:10:23.681+02:00Tentativo di manifesto<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGetc0iNRGvWOaFbGKxcyaKeDM11KmK0OukZ_J921h6Ie2-J2rFDpo2yxCd5v4VErYRXqG72oiUMoDKkRLn5NWwyd0ju9FWbvQ6uaZVP28lupL9G9ElqQObTSvTBZO1JVzQ9Zf8g/s1600/Diapositiva1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGetc0iNRGvWOaFbGKxcyaKeDM11KmK0OukZ_J921h6Ie2-J2rFDpo2yxCd5v4VErYRXqG72oiUMoDKkRLn5NWwyd0ju9FWbvQ6uaZVP28lupL9G9ElqQObTSvTBZO1JVzQ9Zf8g/s1600/Diapositiva1.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
<br />Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-663338637884906882014-05-20T23:06:00.005+02:002014-05-20T23:15:05.195+02:00Una questione di sorci<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4YuZW_jbIMdbcUlYrP7DiMqCT-S_JRbDHHEO86Cwt6BYL-s3aNYGOLRX0GJ8GqKKuGp8LCCc6qOUBkojpeGOSa0uIoNJ_cvW3r8shO0YF0CqCx-SPehFe8JA8On1sU2ecKaQUGQ/s1600/ratto_2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4YuZW_jbIMdbcUlYrP7DiMqCT-S_JRbDHHEO86Cwt6BYL-s3aNYGOLRX0GJ8GqKKuGp8LCCc6qOUBkojpeGOSa0uIoNJ_cvW3r8shO0YF0CqCx-SPehFe8JA8On1sU2ecKaQUGQ/s1600/ratto_2.jpg" height="150" width="200" /></a><br />
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So che non ci si dovrebbe arrabbiare per la politica ma non pensavo che mi sarebbe toccato vedere qualcosa di così assurdo come il movimento dei grillini. Per vent'anni ho trovato eccessivo l'antiberlusconismo degli antiberlusconiani eppure adesso provo per i grillini un fastidio e una disistima più feroci del più acceso antiberlusconismo degli antiberlusconiani. Pensare che il 30% (ormai) degli italiani segua supinamente questo bolso comico imbevuto di <i>schadenfreude</i> è disarmante; vederli condividere e giustificare qualsiasi cosa dica o faccia, perfino cacciare chi dall'interno lo ha semplicemente criticato, è umiliante anche per chi non fa parte del loro branco. Non credo, come alcuni dicono, che i grillini siano pericolosi fisicamente; nulla di quello che hanno fatto finora fa presagire una deriva violenta. Perché questo mio fastidio nei loro confronti, allora? E' una questione di eleganza, per citare (spero correttamente) Fenoglio. Gli alter ego letterari dello scrittore non combattevano il fascismo per ideologia; il partigiano Johnny ha una cultura classica e anglofona, forse come indole sarebbe addirittura più vicino al fascismo che al comunismo, nonostante la stima per i suoi professori comunisti, ma combatte le camicie nere per la loro volgarità, la loro meschineria, la loro stolidità, il loro sordo uniformarsi al capo. Citando ancora Fenoglio, la mia idiosincrasia per questo bassissimo fenomeno politico chiamato movimento cinque stelle è anche "una questione privata". So che è una motivazione puerile ma, semplicemente, non sopporto che una persona così pronta a insultare (e compiaciuta nel farlo), così arrogante, così vuota, così prepotente verso qualsiasi voce critica, abbia successo. E' come quanto da piccoli non si voleva che vincesse la partita il più antipatico dei bambini del gruppo. Qui il bambinastro antipatico non sta vincendo una partita giù in cortile ma le elezioni di una nazione di 60 milioni di abitanti. IncredibilePacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-50213957468477504392011-06-30T21:12:00.009+02:002011-07-01T15:31:59.279+02:00Hotel Emilia<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihTePHn36zVuuwJPfuk5bzcNdfziD70Nh-z-lrpD1g6lHuNEdCrB13Wn4eZjJHBsAnImvjdfcqlFBj-04oPMtzwO6SwXdix-mdciowQygh6UfFQps0hFj9qK_s1sE3XkKBByVJ7w/s1600/254723_195595073820524_100001100981374_535095_4268423_n.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 154px; height: 200px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihTePHn36zVuuwJPfuk5bzcNdfziD70Nh-z-lrpD1g6lHuNEdCrB13Wn4eZjJHBsAnImvjdfcqlFBj-04oPMtzwO6SwXdix-mdciowQygh6UfFQps0hFj9qK_s1sE3XkKBByVJ7w/s200/254723_195595073820524_100001100981374_535095_4268423_n.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5624074173687363778" /></a><br /><div>La mia rivista preferita si chiama Hotel Emilia. Si può prendere solo in abbonamento ed esce ogni due mesi. Visto che uno dei <a href="http://www.hotelemilia.eu/collaboratori/">collaboratori</a> della rivista è al 50% un professorino e al 50% uno sborone, si trovano sempre delle notizie etimologiche che interessano solo a me. Eccone un po' che ho imparato ultimamente: l'<b>aglio</b> si chiama così perché in lingua celtica "alliu" significava "bruciante". Lo <b>scalogno</b>, un bulbo simile alla cipolla, veniva coltivato anche nell'orto di Carlo Magno e si chiama così perché secondo la tradizione proviene dall'antica città di Ascalon, in Giudea. <b>Pennabilli</b>, comune appenninico riminese (ma fino a due anni fa era in provincia di Pesaro), è l'unione delle frazioni di Penna e di Billi. <b>Mondaino</b>, in provincia di Rimini, si chiama così perché il monte sul quale sorge era popolato dai daini (<i>mons dainorum</i>), mentre una grande pineta che un tempo pullulava di cervi ha dato il nome a <b>Cervia</b>. La parola '<b>asino</b>' invece deriva dall'ebraico e voleva dire "camminare lentamente a piccoli passi". E ci sono tante tante altre notizie, interessanti quasi come queste, che potete leggere solo su Hotel Emilia.</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-11292552582445123952011-05-02T15:45:00.010+02:002019-10-29T05:07:58.624+01:00Gita a Banzola<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1Txw7UPNt0wnsxsNYhuXjV1Q24F5WWuTfDL_JrVXq4K9iljiOhY7SxbyPR_t-LnELv5Ez1ifU8l9yEZ86S6fj85bmyQ-1DziBONnfRTXODPi3iqQp0JBLyLAVMjiBZO4H5VlM9A/s1600/IMAG0011.JPG" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5602114644551882562" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1Txw7UPNt0wnsxsNYhuXjV1Q24F5WWuTfDL_JrVXq4K9iljiOhY7SxbyPR_t-LnELv5Ez1ifU8l9yEZ86S6fj85bmyQ-1DziBONnfRTXODPi3iqQp0JBLyLAVMjiBZO4H5VlM9A/s200/IMAG0011.JPG" style="cursor: hand; cursor: pointer; float: left; height: 150px; margin: 0 10px 10px 0; width: 200px;" /></a><br />
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Una delle cose che mi rendono così elegante è la camminata da papero, una caratteristica fisica che al mondo possediamo solo io, Paperino e John Wayne. Questa postura dei piedi ha però un effetto collaterale quando si va in bici, visto che produce una pedalata sgangherata che pian piano mina il perno centrale dei pedali. Oggi ero partito per andare a fare un giro a Banzola, in collina, ma alla prima salita mi sono accorto che la ruota dietro toccava il telaio ad ogni pedalata. Così ho dovuto fare quasi dieci chilometri di salita a piedi: da Pecorile a Paderna e poi da Banzola a Sordiglio e da Sordiglio a Paullo. Volevo andare a Banzola perché su un libro ho letto che nell'autunno 1944 un bombardiere americano soprannominato "Leydale" si schiantò contro una collina nei pressi di quel paesino. L'aereo era andato a bombardare un ponte utilizzato dai tedeschi ad Ostiglia, sul Po tra Mantova e Reggio. Colpito dalla contraerea nazista, il velivolo aveva perso pian piano quota e si era diretto verso sud, nel tentativo di tornare nella zona liberata al di là degli Appennini. Arrivati alle prime colline, gli uomini a bordo capirono però che non sarebbero mai riusciti a riportare l'aereo ad una quota utile per scavalcare i monti. Così cercarono di lanciarsi tutti con il paracadute. Il pilota volle rimanere ai comandi per mantenere il velivolo in un assetto che permettesse agli altri di lanciarsi. Quando l'ultimo dei suoi compagni si fu lanciato le colline di Banzola erano ormai troppo vicine. Morirono in due: il pilota nello schianto dell'aereo; e un altro pilota gravemente ferito dalla contraerea tedesca, che si era lanciato ma non era riuscito ad aprire il paracadute. Se ricordo bene tutti gli altri soldati a bordo si salvarono: alcuni vennero catturati, altri furono aiutati dalla popolazione e poi dai partigiani, tutti sopravvissero alla guerra. Sembra che sul luogo dell'impatto dell'aereo con la collina si sia formata una depressione ove l'acqua piovane giace per più tempo, cosicché solo lì in primavera nascono dei fiorellini gialli. Volevo trovare proprio quella macchia di fiori gialli, ma naturalmente non ci sono riuscito. Le indicazioni del libro non erano precisissime: "a lato della strada tra Pecorile e Banzola, in un campo che forma un anfiteatro naturale". Di strade che collegano quei due paesi ce ne sono due e quasi sempre ai lati della strada si aprono delle vallate che sembrano anfiteatri naturali. Perciò niente, sono tornato a casa senza aver trovato il luogo. Però ho fatto queste foto: la <a href="http://img600.imageshack.us/i/imag0010ek.jpg/">vallata</a> sotto Paderna, un <a href="http://img508.imageshack.us/i/imag0011km.jpg/">gatto</a> in lontananza (tanto che non si vede), un <a href="http://img825.imageshack.us/i/imag0012by.jpg/">bruco</a>, un'altra <a href="http://img4.imageshack.us/i/imag0013dr.jpg/">vallata</a> con in fondo il castello di Rossena, un <a href="http://img703.imageshack.us/i/imag0015se.jpg/">cavallo</a> che mi guarda rapito, degli <a href="http://img708.imageshack.us/i/imag0016c.jpg/">alberi</a>.</div>
Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-2830666011201013112010-12-29T21:52:00.008+01:002010-12-30T11:54:40.146+01:00Elliot il drago<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWVeH385TLbQ245PFVcmouQOgl-kllpVEOiF4ZYpXhtfZeKI9XtQyBrjmAIbYRjNoaxHH4Jgk5Sxv4GIUpDqQyEMRZIVTUxEZlpg8L5Vn9LaIcAAoesTm5_2urRNKvmdUnwEhrsg/s1600/petes_dragon.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 160px; height: 90px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWVeH385TLbQ245PFVcmouQOgl-kllpVEOiF4ZYpXhtfZeKI9XtQyBrjmAIbYRjNoaxHH4Jgk5Sxv4GIUpDqQyEMRZIVTUxEZlpg8L5Vn9LaIcAAoesTm5_2urRNKvmdUnwEhrsg/s200/petes_dragon.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5556198529808960130" /></a><br />Ho trovato su youtube il film intero di Elliot il drago invisibile, in inglese. L'avevo visto una sola volta, più di trent'anni fa, ed era il mio secondo film preferito della Disney dopo Red e Toby. Mi è sembrato piuttosto diverso da come era rimasto nella mia memoria. Ad esempio non ricordavo assolutamente che fosse un musical: gli attori cantano (purtroppo: a me i musical non piacciono) per almeno metà del tempo. Però ci sono comunque delle cose belle: i colori della sigla iniziale, Elliot, l'ambientazione iniziale tipo Tom Sawyer (anche se poi si scopre che il paesino è sull'oceano nel nord-est degli Usa) e anche l'interpretazione del cattivo, che mi ha ricordato un po' Jack Sparrow di Pirati dei Caraibi. Il ragazzino protagonista si chiamava nella vita reale Sean Marshall e smise di fare l'attore tre anni dopo. Di lui si sa molto poco. Ha studiato alla Stanford University ed ottenne un posto di amministratore del sistema informatico di una azienda importante di Albuquerque. Abbandonò quel lavoro nel 2000, per problemi di salute. Una sua collega ha raccontato che portava lunghi capelli rossi raccolti a coda di cavallo ed occhiali da vista; se qualcuno gli chiedeva se era il Pete del film del drago lo ammetteva, ma per primo non lo diceva mai. Non si sa come stia adesso e cosa faccia. Anche di Elliot si sono perse le tracce, dopo quel film non lavorò più per il cinema.<div>Dalla scena nella quale Pete ed Elliot giocano a tris sulla pancia di Elliot ho anche imparato che nei paesi anglosassoni il gioco del "tris" si chiama "tic-tac-toe". Lo giocano anche in certi Casinò, ma siccome è impossibile vincere contro un giocatore appena appena esperto i gestori danno la possibilità di giocare contro delle galline ammaestrate, dette chick-tac-toe.</div><div><b>Elliot</b>: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=uUJx2vZJ_sI">http://www.youtube.com/watch?v=uUJx2vZJ_sI</a></div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-6521570978187983692010-12-24T21:55:00.001+01:002010-12-24T23:40:59.369+01:00Regalo di Natale 2010<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-KP1Yu8zSX1Qj0wniyHIGE7n33cOa8qldgbCdmYet7yKdyo4sqr3bz975p9m5REIPOsGy62EdnAX5OldsmvKHgLF-eZVhm62I0frtIGjkFCewWfbr8Q4e6FpBNBCzV07CS5GQuQ/s1600/IMAG0003.JPG"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5554355587053246402" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-KP1Yu8zSX1Qj0wniyHIGE7n33cOa8qldgbCdmYet7yKdyo4sqr3bz975p9m5REIPOsGy62EdnAX5OldsmvKHgLF-eZVhm62I0frtIGjkFCewWfbr8Q4e6FpBNBCzV07CS5GQuQ/s200/IMAG0003.JPG" /></a><br /><div>Molte persone volevano sapere quale era stato il regalo di Natale che avevo ricevuto. Eccolo qua: una casetta per uccellini (in particolare per gli scriccioli, anche se non vivono nella mia zona). Bello.</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-22620890896832354622010-12-22T21:49:00.001+01:002010-12-22T22:15:46.191+01:00L'organizzatore di eventi culturali<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5RXL-gmD3Zr20C66VPvg1ealF3jYoAbnMEszKtikeMjVb5HkRDS6ex893gxZ_HtTvUW66cgm5uGmTYNApfteYgblGLUOnkEDcWF1GSOOgf9ooAQ9x4WvWnJZu_U2n6oHHPcIqUg/s1600/ipotesi+logo+associazione.bmp"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 184px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5RXL-gmD3Zr20C66VPvg1ealF3jYoAbnMEszKtikeMjVb5HkRDS6ex893gxZ_HtTvUW66cgm5uGmTYNApfteYgblGLUOnkEDcWF1GSOOgf9ooAQ9x4WvWnJZu_U2n6oHHPcIqUg/s200/ipotesi+logo+associazione.bmp" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5553235983092834562" /></a><br />Sono diventato un "organizzatore di eventi culturali". Il lungo corso al quale ho partecipato è finito, dopo quasi nove mesi. Io ho fatto un po' schifo in ogni cosa. Nello stage sono stato un disastro, nell'esame scritto sono andato così così, l'esame orale è stato molto semplice. Non credo che avrò un futuro in questo campo, ma sarebbe bello se qualcun altro del gruppo continuasse. Al corso abbiamo partecipato in 19, tutti promossi: Alice, Alida, Andrea, Andrea, Andrea, Annalisa, Antonella, Arianna, Chiara, Chiara, Diego, Fulvio, Giambattista, Giulia, Isabella, Marco, Maria, Marzia, Silvia.<div><br /></div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-34978998916528859142010-11-21T14:38:00.005+01:002010-11-22T10:38:32.160+01:00Le Case dei Reggiani<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeJGyjTfLTBWpMsHAwRqvtOp0QYom9eJWlKXnVpRf1Zx-5DIWcPiutm6QQUPHnnAeUh_stnzA6wqfDMiw-DQrwW2bO0u2KW7u3e1SdKDI9UE8Z5qIQDYRtLp_8XEnN6cIppEs83Q/s1600/volantino+ante.bmp"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 141px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5541997378234400114" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeJGyjTfLTBWpMsHAwRqvtOp0QYom9eJWlKXnVpRf1Zx-5DIWcPiutm6QQUPHnnAeUh_stnzA6wqfDMiw-DQrwW2bO0u2KW7u3e1SdKDI9UE8Z5qIQDYRtLp_8XEnN6cIppEs83Q/s200/volantino+ante.bmp" /></a><br /><div>Sabato 4 e domenica 5 dicembre a Reggio Emilia ci sarà "Le Case dei Reggiani", il primo evento organizzato dall'associazione <strong>e20</strong>. Si tratta di visite guidate, gratuite, a quattro edifici centrali della storia e della cultura reggiana: la Sala del Tricolore (sabato, ore 10), la Biblioteca Panizzi (sabato, ore 15), i Musei Civici (domenica, ore 11) ed il Teatro Valli (domenica, ore 15.30). L'evento si conclude domenica sera nella Sala degli Specchi del teatro, con una specie di Ballo delle Debuttanti. A Reggio il Ballo delle Debuttanti non si organizza più da quarant'anni e noi cercheremo di tornare a farlo rivivere. Non sarà proprio un ballo delle debuttanti, poiché sarà aperto a tutti e non solo alle diciottenni. Però vogliamo far rivivere atmosfere un po' viennesi e dare ai visitatori l'opportunità di danzare per la prima volta il valzer sul parquet della Sala degli Specchi. Perciò sarà comunque un ballo dei debuttanti. Per informazioni: <a href="mailto:e_20_reggioemilia@libero.it">e_20_reggioemilia@libero.it</a></div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-70548360419771284172010-10-19T21:19:00.003+02:002010-10-19T21:32:08.272+02:00L'installazione in teatro<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP7texSZ0JWTBYqtJShVdIge3UNzzQMxharWXUEehudp2EM5zKX_nn05wAEjlCRliitGytkGxXy2RJq1IX6Ok_Ms1oyeLAJQ7rFTp-Sz_W7SZzLocw4VoHTG3qOicxKwY6OwtkbQ/s1600/12+Lupo+m.JPG"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5529839651382463202" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP7texSZ0JWTBYqtJShVdIge3UNzzQMxharWXUEehudp2EM5zKX_nn05wAEjlCRliitGytkGxXy2RJq1IX6Ok_Ms1oyeLAJQ7rFTp-Sz_W7SZzLocw4VoHTG3qOicxKwY6OwtkbQ/s200/12+Lupo+m.JPG" /></a><br /><div></div>Una delle cose che mi piacciono di più degli eventi organizzati dai teatri della mia città è la visita guidata che da qualche anno viene approntata in ottobre e novembre. Quest'anno il tema principale della visita sono i burattini. Ecco una galleria di immagini, anche se sono molto buie e rendono pochissimo della bellezza del giro: <a href="http://s227.photobucket.com/albums/dd215/pacuspacus/">galleria</a>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-54482616950592434662010-09-28T12:24:00.003+02:002010-09-28T12:46:45.914+02:00Another rejected logo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6_Epowb6ZTRRpcMwClBNPc4NrBjwQFEi7RH7NLBd7HxR17YR2RXhcs-f1slvtKbEG6to0T8vqEtSl2f73GX6BHnQF5-9krzKOByirty-19N9uWBx5zDbT2VbcZxJg23O_x-jEyQ/s1600/hipo.bmp"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 147px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5521910969923904658" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6_Epowb6ZTRRpcMwClBNPc4NrBjwQFEi7RH7NLBd7HxR17YR2RXhcs-f1slvtKbEG6to0T8vqEtSl2f73GX6BHnQF5-9krzKOByirty-19N9uWBx5zDbT2VbcZxJg23O_x-jEyQ/s200/hipo.bmp" /></a><br /><div>Dopo Chio il granchio, un altro mio progetto grafico è stato crudamente cassato. Avevo pensato al logo qui di fianco per un piccolo evento che forse si terrà qui a Reggio Emilia, ma non è piaciuto molto, per usare un eufemismo. A me piace, invece, anche se so che c'entrava molto poco con il tema dell'evento. Sono due pesciolini rossi in una brocca d'acqua. Hanno la testa un po' quadrata per ricordare i reggiani (che sono chiamati Teste Qaudre) e nelle mie intenzioni l'acqua, con i suoi rumori ovattati ed i movimenti rallentati, doveva ricordare il senso di tranquillità, intimità e protezione che possono essere le caratteristiche di una casa. Volendo stiracchiare il significato, il fluttuare nell'acqua può ricordare anche il galleggiare nel liquido amniotico della pancia materna, che è un po' la nostra prima casa e forse la casa per eccellenza. I due pesciolini ed i colori mi piacevano molto; la forma del contenitore di vetro un po' meno, ma non ero riuscito a trovarne una migliore. Comunque niente, anche loro nuoteranno per l'eternità insieme a Chio nel limbo dei loghi non accettati, che per metà è popolato dai miei disegni.</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-67656341360974660992010-09-14T09:22:00.005+02:002010-09-19T14:37:42.980+02:00Un dollaro d'onore<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNkRLLjslssqT4B4msI1WX80Wq1xdRMMLabkq_zSMZNoGv26MKDuYGdTFjuSBr7oqCXaqjywHAkiWJRqyjmcIFunLmbmKJs4UzNftzvrmelLyBvNhNAjGqEgeR24qNFggDhWIpOA/s1600/RioBravo4.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 76px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5516674604972678514" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNkRLLjslssqT4B4msI1WX80Wq1xdRMMLabkq_zSMZNoGv26MKDuYGdTFjuSBr7oqCXaqjywHAkiWJRqyjmcIFunLmbmKJs4UzNftzvrmelLyBvNhNAjGqEgeR24qNFggDhWIpOA/s200/RioBravo4.jpg" /></a><br /><div>Uno dei film che mi piacevano di più quando ero piccolo era "Un dollaro d'onore", con Gion Uein e Din Martin. Era uno di quelli che mi facevano immedesimare di più nella parte dell'eroe, insieme a "Beau Gest", ambientato nella legione straniera, ed ad un film di guerra tra americani e giapponesi del quale non ricordo il nome. Ho rivisto l'altro giorno "Un dollaro d'onore" (titolo originale "Rio Bravo", 1959) e penso sia davvero un grande film. E' un western d'azione, ma la sua forza (una delle sue forze) è lo svolgersi in un ambito ristretto: la porzione di un paesino (in buona parte dipinto su <a href="http://www.life.com/image/50348894">grandi teloni</a>) delimitata dall'ufficio-prigione dello sceriffo Chaines, dal saloon dei fratelli Burdett, dall'hotel di Carlos e dalla staccionata vicino alla quale Dean Martin fa la guardia. Da piccolo il mio personaggio preferito era Colorado Kid, che invece adesso è forse quello che mi piace di meno; però ho scoperto che quell'attore era un cantante molto famoso (Ricky Nelson) e probabilmente la ragione del suo recitare un po' sbruffone derivava dal fatto che voleva "elvispreasleyggiare" un po'. Da piccolo il personaggio che mi piaceva di meno era invece Dean Martin e adesso è quello che mi piace di più. Anche John Wayne era molto bravo; uno potrebbe pensare che un interprete diventato famoso per la virilità e la rudezza non fosse un granchè nella recitazione e invece era piuttosto in gamba. Anche il vecchio Stampy mi piace molto, però ho visto nelle recensioni attuali di imdb che alcuni fan anglosassoni definiscono il suo personaggio "banale" e "già visto". Credo volesse essere un film "commerciale", perchè avevano chiamato a recitare un cast composto, oltre che da un superdivo come Wayne, da un artista famoso soprattutto per le sue doti canore e di intrattenitore (Martin), da un cantante idolo delle teenager, da un caratterista buffo e da una attrice, Angie Dickinson, che penso fosse famosa soprattutto per le sue foto un po' spregiudicate. Eppure ne uscì uno dei migliori western di sempre. Per Dean Martin fu l'apice della carriera di attore. Nelson, Stampy e la Dickinson non parteciparono mai più a film neanche lontanamente così popolari. Ho scoperto che il vero nome di battesimo di John Wayne era Marion, e questo spiega perchè il disegnatore di fumetti Al Capp fece una storia nella quale un rude e corpulento attore di film western si rivelava una amorevole madre di nome Marion che curava segretamente il proprio figlioletto nella pausa tra una ripresa e l'altra. John Wayne morì nel 1979 dopo aver recitato su un set posto in una valle dove poco tempo prima erano stati fatti test atomici (allora ritenuti non pericolosi; ho appena letto una storia Disney di quei tempi nella quale Paperino mette un po' di uranio sui cappelli di Qui, Quo e Qua per poterli tenere sotto controllo tramite un rilevatore geyger); Ricky Nelson morì nel 1985 in un incidente aereo con la sua band; Dean Martin morì a metà anni '90, Carlos nel 2006. L'unica attrice di quel film ancora in vita è Angie Dickinson, ora ottantenne.</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-76131568040084805232010-09-09T17:22:00.003+02:002010-09-09T17:45:30.537+02:00Viaggio sul Po<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrc5x4Pldzs178WJY2zmp9q7TS4WwiRuj8hOZlwGyHB-IBUYmzWii7vBz2E2bw9XfzM7yz84t0i2QvXC02MothpVuHNXdzUBt90wq1x_KpzeMZW9mOi59RbNdtqdl_3F_D-eeiPA/s1600/IMAG0014.JPG"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5514931815657641522" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrc5x4Pldzs178WJY2zmp9q7TS4WwiRuj8hOZlwGyHB-IBUYmzWii7vBz2E2bw9XfzM7yz84t0i2QvXC02MothpVuHNXdzUBt90wq1x_KpzeMZW9mOi59RbNdtqdl_3F_D-eeiPA/s200/IMAG0014.JPG" /></a><br /><div>Oggi finalmente sono riuscito ad andare fino al Po in bici. Non è una grande impresa, da casa mia penso siano una quarantina di chilometri di pianura. Ho impiegato due ore, perchè soprattutto alla fine ho fatto un po' di giri a vuoto nella campagna. Nè lungo il percorso nè in prossimità del fiume ho trovato un cartello indicante il Po, come se il più grande fiume italiano non fosse una cosa importante turisticamente, culturalmente e storicamente. Si narra che un giorno i feroci Galli avessero deciso di invadere l'Emilia fino a Ferrara; giunti sul Monviso chiesero ad un montanaro: "quanto c'è ancora di qui a Lido di Pomposa?" "Un Po", rispose egli; convinti di essere quasi arrivati i Galli partirono in quarta ma già all'altezza di Vercelli avevano male alla milza, così furono costretti a tornare a casa e l'Emilia, grazie al grande fiume, fu salva. Mentre andavo in là ho visto a San Bernardino dei ragazzini indiani che giocavano a cricket (ci sono tantissimi indiani e bengalesi nella bassa reggiana, sembra che siano molto bravi nei lavori agricoli e caseari). Non avevo mai visto nessuno dal vivo giocare a cricket prima. Volevo fotografarli ma la squadra antipedofilia della Questura di Reggio è da tempo sulle mie tracce ed ho desistito. E' buffo perchè in certi paesi il cricket è lo sport più popolare, ancor più del calcio, mentre in Italia è quasi sconosciuto. Man mano che mi avvicinavo al Po aumentavano sempre più i moscerini; a volte mi infilavo in fitte nuvole nere e dovevo chiudere gli occhi anche se avevo gli occhiali. Quando uscivo dalla nuvola avevo più di cento moscerini addosso. Chissà quanti ne uccidono le macchine ogni giorno solo nelle campagne reggiane; decine di milioni, penso. Comunque quando sono arrivato è stato bello vedere il Po. L'unica cosa che mi è dispiaciuta è che ho finito per arrivarci dalla parte più "turistica", il Lido di Guastalla; avrei voluto sbucare in un'ansa nascosta in mezzo ai campi, ma a quel punto ero troppo stanco per girare ancora ed ho fatto le foto lì, tra un ristorante e qualche vecchio motoscafo. Metto solo qualche immagine. Questo è <a href="http://img204.imageshack.us/img204/4507/imag0003y.jpg">il Po</a> come l'ho visto quando sono arrivato; forse non si nota ma l'acqua è davvero molto sporca e carica di rifiuti, anche al centro del fiume. Questa è una foto dalla superficie dell'<a href="http://img811.imageshack.us/img811/461/imag0008x.jpg">acqua</a>. E questa è la mia <a href="http://img844.imageshack.us/img844/3769/imag0011s.jpg">super bici</a>.</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-22376793726632165982010-08-25T14:01:00.006+02:002010-08-25T21:16:54.949+02:00L'uomo che veniva superato dalle ragazze a piedi<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguZVvgLVM8oCQT7N-I1yX7xmFz8GpAydfQRlwEj74b_qDkd6-AhviKarwa2x80Lu5cs9Bj47aFw91EwcUx4VIcxcjPldBlBbJ0NJCVSm0oxgY6v3kxHNd6NPS2OD4CHq4q9hOxGA/s1600/IMG_2494.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 199px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5509422897372595218" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguZVvgLVM8oCQT7N-I1yX7xmFz8GpAydfQRlwEj74b_qDkd6-AhviKarwa2x80Lu5cs9Bj47aFw91EwcUx4VIcxcjPldBlBbJ0NJCVSm0oxgY6v3kxHNd6NPS2OD4CHq4q9hOxGA/s200/IMG_2494.jpg" /></a><br /><div>Anche se è da tanto che non scrivo non ho molte cose da dire, perciò parlerò di qualcosa che elettrizza sempre un po' tutti: i miei giri in bici. Mi mancano solo tre salite per riuscire a completare <a href="http://img829.imageshack.us/img829/6760/bici.png">la tabella</a> di trenta percorsi che cerco di fare ogni anno. Mi mancano: la salita di Baiso, che è facile ma lontana da casa; la salita di Bedogno, che è dura e lunga ma molto bella; la salita di San Pietro, che è la più dura di tutte e che non credo di essere in grado di affrontare in questo momento. San Pietro la tengo per ultima; se a un certo punto mi pianto ho deciso che la finisco a piedi, tanto per segnare il tempo anche lì. Poi mi piacerebbe andare al Passo del Cerreto, che è il valico appenninico tra Reggio Emilia ed il mar Tirreno; non sono mai riuscito ad arrivarci. Sono 75 km da casa mia. Con la forma che ho adesso ci metterei 5 ore ad andare e circa 4 a tornare; nove ore di bici sono tante, però un giorno voglio tentare.</div><div>Oggi però mi è successa una cosa che mi ha abbattuto, una di quelle cose che succedono a metà dei film e che sembrano demoralizzare definitivamente il campione prima dell'incredibile riscossa finale. Mentre in mbk percorrevo la salita della Tana delle Mussine, una salita lunga ma non difficile, mi ha superato una ragazza che andava a piedi. Cioè, non di corsa: camminava. E' stato un po' imbarazzante. Anche per lei, penso. E' stato anche un po' irreale: quando l'ho sentita alle mie spalle e voltandomi l'ho vista pensavo fosse appena sbucata da un cespuglio, invece sentendola avvicinarsi ho capito che stava facendo tutta la salita anche lei e che mi stava raggiungendo. Sembrava quei film tipo Terminator dove uno scappa lanciando bombe ed abbattendo muri dietro alle sue spalle ma si volta e Terminator è sempre lì che avanza implacabile. Io spingevo sui pedali e sudavo tutto (non dovevo essere molto sexy in quel momento) e lei, tutta rilassata ascoltando l'ipod, era sempre più vicina. In breve mi ha raggiunto, superato e staccato. Qualsiasi altro uomo si sarebbe arreso, ma io no, non mi sono dato per vinto. Ho raccolto forze delle quali non pensavo neppure di essere capace e le ho sprigionate sui pedali. Lei ha continuato a guadagnare metri e dopo qualche tornante è sparita dalla mia vista.</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-39351586337709963992010-07-09T08:14:00.001+02:002010-07-09T08:15:32.209+02:00Un uomo oscuro<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzxpogd79uS1chJMs2GnvNGTwk4NMqwvurkHnDIqcC4sEx1p0I83XkgB2Y_ALIwXfzCHuSB04XSmu7ptn2d0O-ZAJ57FL8ZOoVK8J5UAwUQ_TlYXKCGj-iGXY3jDRn53py-58vRw/s1600/050610+(8).JPG"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5491786012855298578" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzxpogd79uS1chJMs2GnvNGTwk4NMqwvurkHnDIqcC4sEx1p0I83XkgB2Y_ALIwXfzCHuSB04XSmu7ptn2d0O-ZAJ57FL8ZOoVK8J5UAwUQ_TlYXKCGj-iGXY3jDRn53py-58vRw/s200/050610+(8).JPG" /></a><br /><div>Ho letto "Un uomo oscuro", un racconto di Marguerite Yourcenar (che, ho scoperto, si chiamava in realtà Marguerite de Crayencour). Il racconto, scritto nell'estate 1980, è molto bello, secondo me ancor più di Opera al nero, che preferisco a Memorie di Adriano. Non è sicuramente la cosa più importante del testo, ma c'è un passo all'interno del racconto che mi ha fatto piacere leggere perchè mi sono trovato d'accordo con quanto in esso si sostiene. Scrive Marguerite, attraverso il pensiero del protagonista Nathaniel che assiste da cameriere ai concerti di musica da camera nella villa di Van Herzog: "La gente senza il minimo imbarazzo sostituiva a quei suoni melodiosi sussurri e risatine. Peggio ancora: alla fine di ogni sonata scoppiavano gli applausi, scaturiti così immediatamente che si sarebbe detto che ognuno aspettasse solo quel momento per fare, a sua volta, rumore. Un orribile battere di mani, che faceva fiorire un sorriso sul volto dei musicisti e li piegava in due in un saluto soddisfatto, seguiva, come una sommossa, a un ultimo accordo dolce come una riconciliazione". Anche a me, probabilmente l'avevo già detto, spesso non piacciono gli applausi alla fine di una rappresentazione teatrale. Quando termina una recita drammatica, quando finisce un movimento d'archi commovente, quando si conclude un balletto colmo di poesia forse sarebbe meglio starsene in silenzio ed andarsene pian piano dal teatro parlando a bassa voce con i propri amici. Invece ecco ogni volta il rito degli applausi, con un muro di battimani che scatta appena si capisce che lo spettacolo è finito, le luci che si accendono a pieno regime e gli attori che escono e rientrano in scena più volte, magari correndo. Mi sembra sbagliato, anche se capisco l'enorme piacere che devono provare gli artisti a sentire l'approvazione del pubblico ed il piacere del pubblico a far sentire la propria approvazione. Però è una cesura troppo netta rispetto a quanto appena espresso sul palcoscenico, è qualcosa che spazza via tutto. E' come dire: "abbiamo provato delle belle emozioni fino ad un secondo fa, ecco qua allora il nostro ringraziamento". Ma quelle emozioni potevano riverberare ancora un po' senza quel battimani collettivo. Non so, poi magari mi sbaglio ed uno spettacolo senza applausi finali sarebbe meno bello o coinvolgente. </div><div>Comunque tante persone volevano sapere la classifica dei miei personaggi femminili preferiti tra quelli dei quali si invaghisce Nathaniel. Ecco qua: 1 Saray, 2 Janet, 3 Madeleine, 4 Foy.</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-84007670331833245212010-07-01T19:09:00.001+02:002010-07-01T19:32:48.295+02:00Vampiri<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLyW6o2du9deCVWqEVuwpiKL6M9yksBNlIVNGzsNsWSgzWuQpcK4OClXwLu-F_QT-ye0zgP-qZXwBJm_SJ6TxMiD4cLwg3V3DBzHlFUL9gt5nFqI0K-GGKW3yC_mFP7ZmuDzypAw/s1600/php1E1_tmp.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 130px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5488460965137690018" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLyW6o2du9deCVWqEVuwpiKL6M9yksBNlIVNGzsNsWSgzWuQpcK4OClXwLu-F_QT-ye0zgP-qZXwBJm_SJ6TxMiD4cLwg3V3DBzHlFUL9gt5nFqI0K-GGKW3yC_mFP7ZmuDzypAw/s200/php1E1_tmp.jpg" /></a><br />In questi giorni mi sono fatto una cultura vampiresca. Le storie di vampiri non mi sono mai piaciute però ho finito per vedere per la prima volta "<a href="http://www.youtube.com/watch?v=rcyzubFvBsA">Nosferatu</a>" di Murnau (1922) e "Dracula" di Tod Browning (1931), per la seconda volta "<a href="http://www.youtube.com/watch?v=LXv4GhiXhQA">Per favore non mordermi sul collo</a>" di Polanski (1968) e per leggere per la prima volta il romanzo "Dracula" di Bram Stoker (1898). Il film di Polanski l'avevo già visto da bambino e mi aveva lasciato un bel ricordo. Roman Polanski mi è sempre stato un po' antipatico (non so perchè), ma è davvero un bravo regista. Ho scoperto che è stato lui a girare da giovane "Il coltello nell'acqua", un film francese in bianco e nero amaro ma molto bello. E ho anche imparato la tragica storia di Polanski e di sua moglie Sharon Tate, che nel film è Mina (foto in alto) e che nella vita fu uccisa dai dei balordi all'ottavo mese di gravidanza, nel 1969.<br />Del libro "Dracula" non ho apprezzato lo stile epistolare, un po' forzato in molti momenti. Dal punto di vista narrativo la parte più appassionante è forse la caccia finale al conte. Nei film e nel libro risulta anche un po' difficile da accettare l'atteggiamento inverosimile dei protagonisti in alcuni frangenti. Dracula ogni sera va a succhiare il sangue e l'anima prima a Lucy e poi a Mina e ogni sera gli uomini della casa accorrono disperati a prestare cure alle sventurate; e poi la notte dopo le lasciano di nuovo sole per dedicarsi a quisquilie dicendo "oh, speriamo che Mina dorma bene stanotte". Vai a far la guardia, semo. E' del tutto improbabile un comportamento del genere, serviva solo a Stoker per creare altre scene ad effetto.<br />Boh, così, non so cos'altro dire. Di tutte le parodie (da "Fracchia contro Dracula" allo sketch di <a href="http://www.youtube.com/watch?v=-xLmTXufIXw&playnext_from=TL&videos=sGZVi5L52qk&feature=rec-LGOUT-exp_fresh%2Bdiv-1r-1-HM">Aldo, Giovanni e Giacomo</a>) le mie preferite sono forse il film di Polanski e anche <a href="http://www.youtube.com/watch?v=cUqCv_1kGzM">The Rocky Horror Picture Show</a>, che credo sia parzialmente ispirato alla leggenda di Dracula.Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-11342945367747386532010-06-25T18:59:00.013+02:002010-06-25T22:09:04.039+02:00Piccoli fuochi<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTaX4xS6K5WuSlpWr_2NLk761KZ6jNDU9bRqUtr_1coPQfHp_P4B8msWcA6aThM7R_zT3q4Xf45uNcoTPslmudzRSHPIx0i18Iih6BtpxIeo8z-xFmEm23-shCXS92RK22AQ8JQw/s1600/051207+(3).JPG"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5486755242469701922" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTaX4xS6K5WuSlpWr_2NLk761KZ6jNDU9bRqUtr_1coPQfHp_P4B8msWcA6aThM7R_zT3q4Xf45uNcoTPslmudzRSHPIx0i18Iih6BtpxIeo8z-xFmEm23-shCXS92RK22AQ8JQw/s200/051207+(3).JPG" /></a><br /><div>In questi giorni ho fatto un piccolo corso da pompiere nella caserma della Canalina. Era la seconda volta che ci andavo; la prima volta, all'inizio delle elementari, ci avevano fatto vedere i vigili che salivano con le autoscale sulla torre in fiamme. Il corso era diviso in una parte teorica ed in una pratica. Non c'era neppure l'esame, quindi come mio solito ho cercato di mettermi in mostra quando il docente faceva delle domande alla classe. Ecco quelle alle quali ho risposto per primo: "se entriamo in una stanza dove dobbiamo spegnere un incendio ma non vediamo la sorgente delle fiamme a causa del fumo ed aprendo la finestra rischiamo di alimentare il fuoco, cosa facciamo?" e io ho detto "chiudiamo la porta ed apriamo le finestre!"; l'istruttore stava per dire "bene" ma proprio in quell'istante la Slovacchia ha segnato il terzo gol e grida di dolore provenienti dalla saletta tv hanno fatto dimenticare il mio intervento. Poi ho risposto giusto a questa: "perchè in un edificio troviamo gli estintori numerati in via regressiva, tipo dal 20 all'1, invece che progressiva, dall'1 al 20?" e io ho detto "così sappiamo già quanti ce ne sono". Oggi alle prove pratiche sono stato ancora più toghissimo: quando ho spento l'incendio con l'estintore a CO2 il viglie che mi guidava mi ha detto "bravo, bello spegnimento", però non so se lo ha detto a tutti. E quando ho srotolato la manichetta (è un tubo per l'acqua arrotolato come una liquerizia <a href="http://img691.imageshack.us/img691/9676/haribolicwheelblack1m.jpg">haribo</a>) l'altro vigile mi ha detto "ottimo srotolamento!" e quando l'ho riarrotolata la Simona mi ha detto "come l'hai fatta bene!". Perciò almeno per oggi sono abbastanza orgoglioso di me.</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-21583071133048176682010-06-15T08:12:00.006+02:002010-06-15T11:01:13.420+02:00I tre giorni del Condor<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqtLf4By3swjJ8v8jFoUs8lIQU2H_sFu1W1Tfs2xwwLw9JtIDFjQJfw0-iMIncTTprjHERIFl5o425-H0LyOrjOiHqtheddMJwcy3ub9iOGI_uEQRltLRNmGqm-xivL2wyYuKbNQ/s1600/itgdc.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 120px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5482876918174683394" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqtLf4By3swjJ8v8jFoUs8lIQU2H_sFu1W1Tfs2xwwLw9JtIDFjQJfw0-iMIncTTprjHERIFl5o425-H0LyOrjOiHqtheddMJwcy3ub9iOGI_uEQRltLRNmGqm-xivL2wyYuKbNQ/s200/itgdc.jpg" /></a><br /><div>Uno dei film che guardo sempre volentieri è "I tre giorni del Condor", diretto da Sidney Pollack e recitato da Robert Redford e Faye Dunaway. Quando ero piccolo Faye Dunaway mi era antipatica, ma invece è molto brava e molto carina. "I tre giorni del Condor", tratto dal libro "I sei giorni del Condor", è uno di quei film degli anni '70 dove compariva un'America più riflessiva, più europea e forse per noi più comprensibile. La storia tra l'agente della CIA Robert Redford e la fotografa Faye Dunaway è una delle mie preferite non solo tra quelle ambientate a New York (dietro ad <a href="http://www.laurazempel.com/page2/files/harry-sally-topper.jpg">Harry e Sally</a> e davanti a <a href="http://www.horreur.net/img/kingkong1976jessica1.jpg">King Kong e Jessica Lange</a> ed a tante altre che adesso non mi vengono in mente) ma anche in assoluto tra quelle cinematografiche. Il mio eroe nel film da piccolo era Redford, però a rivederlo adesso forse appare appena un pochino eccessivo nella parte dell'uomo onesto e responsabile e forse la più brava risulta proprio la Dunaway. Qui potete rivedere tutto il film, a segmenti: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=BlvUlqHY72Q">www.youtube.com/watch?v=BlvUlqHY72Q</a></div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-8371875171555034652010-06-05T15:05:00.010+02:002010-06-05T18:04:51.488+02:00Addio o miei polpacci<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLK9uRa8Fnim-g-N9wZRJfyRjCKcW5vUI9VfLVxq3bnnE94kLGVBHYyPunJx4Db0DZ7pTcP3VBVtPPnsiYkCj0x4ZnhiTQrRnLzzF6Lg5misV1GgCzZSVKn6ZzsGgFwMBr2iT0dQ/s1600/IMAG0035.JPG"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5479274292075418754" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLK9uRa8Fnim-g-N9wZRJfyRjCKcW5vUI9VfLVxq3bnnE94kLGVBHYyPunJx4Db0DZ7pTcP3VBVtPPnsiYkCj0x4ZnhiTQrRnLzzF6Lg5misV1GgCzZSVKn6ZzsGgFwMBr2iT0dQ/s200/IMAG0035.JPG" /></a><br /><div>Quando vado in bici mi piace fare dei tratti camminando, anche perchè ormai a pedalare vado sempre più piano. Hanno fatto delle piste ciclabili molto belle; dopo aver costruito una bretella stradale in mezzo ai campi verso le colline, hanno tracciato ai lati due sentieri per ciclisti e pedoni. Un po' perchè le conoscono ancora in pochi e un po' perchè non portano da nessuna parte, quelle piste sono quasi sempre deserte. Oggi ho camminato per cinque chilometri senza incontrare nessuno. </div><div>Questo è l'<a href="http://img197.imageshack.us/img197/8068/imag0017vu.jpg">inizio del sentiero</a>, in lontananza si vede il primo dei tre ponticelli che lo scavalcano. Tra il sentiero e la strada asfaltata c'è una barriera di terra che permette di sentirsi isolati; è bello ascoltare passare le macchine a tre metri di distanza e vedere dei <a href="http://img576.imageshack.us/img576/4886/imag0018r.jpg">cartelli stradali</a> che sembrano sospesi nel nulla; è un po' l'effetto che si prova in autogrill. Questo è uno dei tanti campi di <a href="http://img72.imageshack.us/img72/6510/imag0021yt.jpg">grano</a> che si incontrano. Questo è un <a href="http://img28.imageshack.us/img28/4017/imag0024hh.jpg">cippo votivo</a> dedicato ad Andrea Pazienza (così ho deciso), un disegnatore di fumetti. Questo è il <a href="http://img709.imageshack.us/img709/9338/imag0027f.jpg">secondo cavalcavia</a>. E' bello anche passarci sotto: dopo tanto sole scottante ci si immerge per dieci metri <a href="http://img413.imageshack.us/img413/646/imag0028r.jpg">nell'ombra</a>. Poi è anche piacevole bere a queste <a href="http://img696.imageshack.us/img696/9710/imag0029ef.jpg">fontanelle</a> improvvisate, utilizzate penso dagli stradini (sapete cosa dice una cartomante ad un giovane che poi finirà a lavorare all'Anas? "Lei farà molta strada!"). Un secondo dopo aver fatto questa foto ho fatto un passo avanti per andare a bere e mi sono sentito cadere qualcosa dall'alto sulla spalla. Era una biscia! E' caduta dal ponte che si trova proprio lì sopra. Ho avuto paura per i successivi centotrentuno minuti. <a href="http://img714.imageshack.us/img714/5868/imag0030b.jpg">Questi</a> sono dei fiori sulla barriera di terra. E questi sono i miei <a href="http://img696.imageshack.us/img696/1451/imag0033m.jpg">calzini neri</a> da ciclista; all'altezza di Puianello ho incrociato Christian Dior e lui quando li ha visti è svenuto con la faccia sull'asfalto per il disgusto. Questa è la <a href="http://img191.imageshack.us/img191/1489/imag0035vl.jpg">montagnola di Albinea</a>, sacra agli aborigeni; loro credevano che essa avesse poteri magici e conferivano il titolo di "grande sborone" (una sorta di semidio) a chiunque impiegasse meno di 5'13" ad arrivare in cima.</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-77724466641712392242010-05-23T10:47:00.007+02:002010-05-23T20:28:23.962+02:00The man who walked upon the Crostolo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPA3ZyejH1SIldDwqTTOF7N0uN9nzgQY5lQwEGULd8MqZTj3nxxWuY0niaQCdpvLtV10uA01JokDNq4CKBj1nRysj9sdtX65-uoCeaInNriuT2Ym5d50sM3PUlHirbeg2afUwCWA/s1600/Immagine.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 115px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5474376682636668450" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPA3ZyejH1SIldDwqTTOF7N0uN9nzgQY5lQwEGULd8MqZTj3nxxWuY0niaQCdpvLtV10uA01JokDNq4CKBj1nRysj9sdtX65-uoCeaInNriuT2Ym5d50sM3PUlHirbeg2afUwCWA/s200/Immagine.jpg" /></a><br /><div>Ieri, mentre durante un giro in bici mi trovavo all'altezza di Puianello (tra Le Forche e Paderna, per spiegarlo a chi non è di Reggio), ho deciso di evitare il nuovo ponte sul Crostolo, che sembrava pericoloso per il traffico, e di scendere verso il greto per vedere se si riusciva a passare di lì. "Guarda che giù c'è da fare il guado" mi hanno detto due in mountain bike che stavano per superarmi umiliantemente -io ero in bici da corsa- ma che per fortuna non l'han fatto proprio perchè io ho preso la stradina che portava verso il fiume. "Eh!" ho risposto io (quando la gente in bici mi dice qualcosa non so mai cosa ribattere), e sono andato giù. Il guado in effetti era quasi un vero guado, non come in piena estate quando il torrente è asciutto. C'erano trenta o quaranta centimetri d'acqua pulita e trasparente, così ho deciso di andarci dentro, tenendo la bici sulla spalla rigonfia di muscoli. E' stato bello, l'acqua era fresca ma non fredda (non so qual'è la differenza ma fa lo stesso), era domenica mattina, c'era il sole, sopra le macchine degli automobilisti che si muovono continuamente verso non si sa dove scorrevano senza sosta sul ponte ma lì sotto non c'era nessuno. Ho camminato piano nell'acqua. Adesso le scarpe da ginnastica ci metteranno un mese e mezzo ad asciugarsi ma ne è valsa la pena.</div><div>Così. E tanto per rendere ancora più noioso questo post metto, oltre alla tabella dei miei record nell'immagine sopra, la lista dei forum internet ai quali partecipo.</div><div><a href="http://www.rugby.it/">http://www.rugby.it/</a> è un forum di rugby, il mio nickname è Ilgorgo</div><div><a href="http://www.fira-aer-rugby.com/forum2007/">www.fira-aer-rugby.com/forum2007/</a>, anche questo è un forum di rugby, il mio nick è Dick Dastardly</div><div><a href="http://www.operafree.forumfree.it/">http://www.operafree.forumfree.it/</a> è un forum di opera lirica, il mio nick è Graticcia</div><div><a href="http://www.fantaski.it/forum">www.fantaski.it/forum</a> è un forum sulla Coppa del Mondo di sci, il mio nick è Hundschopf</div><div>e poi il forum delle maschere reggiane, dove il mio nick è il mio nome</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-83265727996049878352010-05-16T00:09:00.002+02:002010-05-16T00:09:01.006+02:00Togov<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyGxccK8TXD9zrS-fgy7B4l9qb6E1oPwfjrq2sx8dUhPTWUn2Zaqm5KV3tKeR6oaVq_TfB1CMtbkepw7LQkWCJrlQF4SWciSKUceXE2SZpYtsoYLFQHhaSoa8x7mihkWiMZVdYHA/s1600/into_the_white.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 138px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5471540332168123074" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyGxccK8TXD9zrS-fgy7B4l9qb6E1oPwfjrq2sx8dUhPTWUn2Zaqm5KV3tKeR6oaVq_TfB1CMtbkepw7LQkWCJrlQF4SWciSKUceXE2SZpYtsoYLFQHhaSoa8x7mihkWiMZVdYHA/s200/into_the_white.jpg" /></a><br /><div><div><div><div><div><div>Anton Cechov è il mio scrittore russo preferito. E' difficile capire perchè sia così apprezzato; le sue opere sono grige, pessimiste e anche quando sembra che stiano per spiccare il volo si adagiano subito nel nulla. Lui diceva che la nostra vita è fatta così, di piccole cose senza importanza, che l'arte deve essere sempre sincera e che quindi deve parlare di queste cose prive di sussulti e di slanci ideali. Ieri per la prima volta ho letto l'introduzione alla raccoltina Garzanti delle sue opere teatrali, che un giorno misi in uno zaino troppo pieno assieme ad una banana e da allora è tutta increspata e pocciolenta e pesa un etto in più per tutta la polpa di banana ormai indissolubilmente penetrata nelle pagine (è la terza volta che lo racconto, ma è l'aneddoto più interessante della mia vita e quindi posso). Leggendo quella breve introduzione ho scoperto che Cechov era anche un'ottima persona ed è bello quando ti accorgi che un autore che stimi ha una personalità all'altezza delle tue aspettative. Cechov, che da giovane per celare la propria identità usava pseudonimi come "Il fratello di mio fratello" e "L'uomo senza milza", rifuggiva da qualsiasi collocazione politica ma prestò cure gratuite ai poveri (era un ottimo medico) e compì, nonostante la tisi lo perseguitasse già da anni, un lungo viaggio verso l'isola di Sachalin (sopra al Giappone) per testimoniare le condizioni di vita in quell'isola-prigione riservata ai carcerati. Il viaggio verso Sachalin fu un'odissea attraverso lande pericolose e selvagge; in mezzo alla steppa siberiana, dormendo sul plancito di una isba isolata, Cechov scrisse "o civiltà, dove sei tu?", un'invocazione che ricorda un po' il "<a href="http://www.youtube.com/watch?v=fGKVpTRe8GM">society</a>!" di Into the wild, anche se quello di Cechov è un anelito e quello di Vedder un atto di accusa. Probabilmente Tolstoj e gli altri scrittori impegnati non hanno mai fatto un viaggio del genere. Cechov era solo un po' fifone in campo letterario: ogni volta che presentava una sua opera diceva "ah, ma tanto fa schifo", "ah, se solo avessi potuto lavorarci di più", "oh, non fatela leggere in giro, non è un granchè"... Morì di tubercolosi a soli 44 anni, nel 1904, quando mia bisnonna era nata da pochi mesi (ma questo molti libri di testo lo omettono) e dopo aver faticosamente composto in mezzo alle crisi respiratorie "Il giardino dei ciliegi". Chissà quante altre cose avrebbe scritto se fosse vissuto tanto quanto Tolstoj. Forse adesso considereremmo "Il giardino" ed "Il gabbiano" immature prove giovanili. Boh, chissà</div></div></div></div></div></div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-32115567.post-46396202654858513002010-05-09T10:28:00.005+02:002010-05-09T10:45:39.973+02:00Ho te, l'Emilia!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPkovoHLULxP_98XE2i8KMUV5hfv45kFSGH1k63zQ6EwS6KH-jMyff033jp7uQKCdeagnpsQD0uW9VKHtQQuR8HACdshZRxN-rhszoiBmrTcsjC7T4gZRfvE7KY2oV9IhHipuoFw/s1600/26578_389853270072_725545072_3864675_7018134_n.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 156px; FLOAT: left; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5469184502492223586" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPkovoHLULxP_98XE2i8KMUV5hfv45kFSGH1k63zQ6EwS6KH-jMyff033jp7uQKCdeagnpsQD0uW9VKHtQQuR8HACdshZRxN-rhszoiBmrTcsjC7T4gZRfvE7KY2oV9IhHipuoFw/s200/26578_389853270072_725545072_3864675_7018134_n.jpg" /></a> <div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjalWkywcHrHeJoiJc9Q8BTEALdC3Ez0QjkMQOVgx7bl-OIBr1mS9YfMDY0Dx0FVz8OEP5H7UoV3kymcsIz8cVsHHdxSaNXVkPaT-cMPkLxI7UdJc4J_bY3GMLHEBqSYV91B_dxEw/s1600/30998_403163120072_725545072_4190261_1263853_n.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 156px; FLOAT: left; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5469184564776537762" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjalWkywcHrHeJoiJc9Q8BTEALdC3Ez0QjkMQOVgx7bl-OIBr1mS9YfMDY0Dx0FVz8OEP5H7UoV3kymcsIz8cVsHHdxSaNXVkPaT-cMPkLxI7UdJc4J_bY3GMLHEBqSYV91B_dxEw/s200/30998_403163120072_725545072_4190261_1263853_n.jpg" /></a></div><div></div><div></div><div> </div><div> </div><div>Ho iniziato a scrivere su una rivista appena nata, che parla di viaggi in Emilia Romagna. Si chiama Hotel Emilia, è diretta da una mia amica (ed ex maschera, come tutta la crema della cultura italiana) ed ha anche un sito web, <a href="http://hotelemilia.eu/">http://hotelemilia.eu/</a>. Non sarà facile costruire un pubblico di lettori. Le copertine dei numeri 0 ed 1 secondo me sono molto belle, il contenuto non l'ho ancora letto. Non si trova in edicola; ci si può solo abbonare, anche tramite il sito.</div>Pacohttp://www.blogger.com/profile/15700188212944596782noreply@blogger.com3