30 ottobre 2007

Cosette


Allora, visto che non mi viene in mente niente di curioso da scrivere (di solito invece dico cose interessantone) farò un riepilogo di tutti i libri che ho letto, film che ho visto e cose che ho imparato in questo periodo.
Libri - Sto provando a leggere l'Elettra in greco. Non ci sto capendo niente (greco l'ho studiato solo per cinque anni, del resto) però è bello lo stesso. Tra l'altro ho scoperto che l'Amleto è una riproposizione tardocinquecentesca di questo mito antico (e quando l'ho detto a Robby e Belva, campionesse interregionali di sboronaggine, han detto "uh, sì, lo sapevo" e si son messe a parlare di quel che avrebbero preso in mensa quel giorno). Credo di aver definitivamente abbandonato "Con le peggiori intenzioni" di A.Pieprno. Poi ho letto tanti testi teatrali ma forse questo l'avevo già detto.
Film - Di film nuovi ho visto "Letters from Iwo Jima" (voto 7.5), "Cento chiodi" (voto 5.5) e "Mio fratello è figlio unico" (voto 7). Stasera ho deciso che riguardo Donnie Darko (voto 8.5), visto anche che la storia termina nella notte di Halloween.
Telefilm - Mi sono perso tutte e quattro le prime puntate della nuova stagione di Scrubs, ma non sono più così appassionato come all'inizio. Ho scoperto che "Band of brothers", il titolo di uno dei miei telefilm preferiti in assoluto, è una citazione dall'Enrico V di Shakespeare.
Cose - Allora, ho scoperto che l'acero si chiama così perché ha la punta acuta, che via Broletto a Reggio si chiama così perché 'burlett' significa orto e lì una volta c'era un giardino chiuso, che il viola a teatro porta sfortuna perché era il colore della quaresima e quindi evocava una sobrietà ed un silenzio opposti a quei trionfali applausi che ci si augurava, che a Reggio c'è una comunità svizzera arrivata nel '700-'800 e specializzata in negozi di dolciumi.

25 ottobre 2007

L'uomo che aveva la febbre


In questi giorni ho un po' di febbre. Avere la febbre mi è sempre piaciuto, in particolar modo quando c'erano i compiti in classe di greco ed in tele era in programma la discesa libera di Khitzbuel. E' bello avere la febbre perché alla fin fine non si sta male però si è coccolati. Essa in pratica appaga sia la mia tendenza all'eremitaggio, sia la mia pigroneria, sia il mio vittimismo: mi chiudo in casa e mi crogiolo nel compatimento. Un giorno da piccolo per far credere a mia madre che avevo la febbre e che non potevo andare a scuola infilai il termometro dentro un pentolino d'acqua sul fuoco; il termometro mi scoppiò in mano e allora mi sovvenne che l'acqua bolle a 100° ed un termometro non può segnarne più di 43. In realtà quando è successo avevo tipo 16 anni ma quando racconto questo aneddoto preferisco sempre dire genericamente "da piccolo". Anche questa volta ho fatto delle foto. Questo è il cielo plumbeo responsabile della mia influenza, questo è il termometro che comprova la mia febbre, questo è l'angolino dove ho letto un po' di "Elettra" ed un po' di "Con le peggiori intenzioni" (il libro di Piperno, per ora è un po' meno bello di come me l'avevano descritto) e questo sono io, costipato ma sempre dannatamente sexy. Comunque la ricetta perfetta è: febbre né troppo alta né troppo bassa (io consiglio un 37,8°), un libro di fianco, slalom speciale di coppa del mondo in televisione e torta gelsomina in frigo.

21 ottobre 2007

Gita a Casale


Oggi ho fatto una gita a Casale di Rivalta, che secondo Class starebbe rimpiazzando Sharm-el-Sheik tra le mete preferite dei neoricchi italiani. A Casale, vicino al campo dove mi allenavo quando giocavo nel Bismantova, stanno costruendo il nuovo tratto della pista ciclabile che scorre lungo il Crostolo. Diventerà molto bella, penso; ecco l'inizio del sentiero appena spianato. Lì di fianco svetta l'acquedotto di Casale; spesso purtroppo la gente fa confusione, scambiando il termine "acquedotto" con "acquebrontolo" (che è il rumore che fanno i torrenti di notte) o con "acquemammolo" (quando si rompono le acque prima del parto) o con acquepisolo (che è il Crostolo d'estate quando sonnecchia limaccioso) o con acquecucciolo (che è il primo tratto del Po, al Monviso) o con acqueolo (che sono le tempeste di pioggia) o con acquegongolo (che è la sensazione di orgoglio che proviamo noi grandi comici quando scriviamo queste cose). Nel punto in cui termina il sentiero ancora grezzo ma percorribile si affaccia il moncherino del vecchio ponte di Rivalta; era il ponte che collegava villa Ferrarini (dove fanno i prosciutti, si scorge dietro gli alberi) al paese, fu distrutto da un bombardamento alleato durante la seconda guerra mondiale per tagliare i rifornimenti di cotecchini e prosciutti a Reggio, che in effetti capitolò subito. La popolazione affamata accolse trionfalmente i carri yankee che distribuivano ciccioli ai poveri bambini reggiani, alcuni dei quali erano deperiti fino a pesare meno di ottanta chili. Poi si passa un cancello con scritto "vietato passare" e si va avanti altri 200 mt fino a questo boschetto che ricorda un sacco quello della Primavera di Botticelli. Di fianco c'è un campo arato e dall'altra parte un recinto dove addestrano i cani e dove oggi era in corso la dimostrazione di fine corso (si intravede un canelupo accucciato al centro del prato). Poi da lì non si può proprio più andare avanti e allora sono tornato indietro verso la reggia di Rivalta. Questa è l'entrata posteriore del parco della reggia, questo è un angolino suggestivo lì di fianco, questa è una quercia cresciuta sulle mura; il cielo; la rampa per salire sulle mura; la panchina sulla quale mi siedo a leggere l'Elettra di Sofocle in greco per fare colpo sulle viandanti; i resti della Reggia di Rivalta (secondo una antica leggenda era così chiamata perché era una reggia e sorgeva a Rivalta) e l'albero (un olmo?) che fa ombra alla panchina. Così, insomma. Sia Panorama che Stern mi avevano offerto ponti d'oro per questo scottante reportage ma alla fine ho deciso di pubblicarlo qua.

17 ottobre 2007

Elogium ciocolatae


Visto che la mia dieta giornaliera è attualmente composta da mezzo chilo di cornflakes al cioccolato e da quattro cioccolate in tazza della macchinetta (qui in una foto di repertorio) e che di notte invece di Kim Basinger sogno la Torta Gelsomina ho deciso di fare un elogio alla cioccolata. Anche se Cane afferma che il termine "cioccolato" deriva da "cioccolatte" (probabilmente è stato tratto in inganno da alcuni passaggi di un racconto de "L'Adalgisa" di Gadda nei quali si parla di "cioccolatto", perciò lo perdono) in realtà come tutti sanno il termine deriva probabilmente dallo spagnolo chocolatul (choco=cacao, latul=acqua) o dall'azteco Xocholatl (l'antico e terribile Dio dei brufoli). La mia torta preferita, la Gelsomina, è fatta così: uno strato di cioccolato, poi uno strato di crema al cioccolato, poi uno strato di cioccolato, poi uno strato di crema al cioccolato, poi uno strato di cioccolato; il tutto ricoperto, per alleggerire un po', da una colata di crema al cioccolato. Mangiata fredda da frigo è ancora più buona. Da piccolo mi piacevano un sacco la Girella, il Ciocorì, il pane da toast con la nutella spalmata sopra e le barrette Kinder, invece non mi facevano impazzire gli ovetti e non mi è mai piaciuta tanto la Fiesta, ma queste sono cose che compaiono in tutte le mie biografie autorizzate e quindi non mi dilungo oltre. Anche il mio scrittore preferito -Beppe Fenoglio- lavorò per qualche tempo nell'ufficio esteri della Ferrero, l'industria dolciaria di Alba. Il film Chocolate che era stato un successone invece non l'avevo proprio sopportato, troppo melenso e retorico per i miei gusti (era quello con Juliette Binoche e Johnny Depp); de "La fabbrica di cioccolato" non ho visto né la vecchia versione né quella nuova (ancora con Depp). Quanto al teatro, ho messo "chocolate" nel motore di ricerca shakespeareano ma non ha dato nessun risultato, evidentemente al bardo non piaceva la cioccolata o forse sul finire del XVI la moda cacaosa non era ancora arrivata in Inghilterra. Ok, basta, non so più cosa dire.

13 ottobre 2007

Guccini, Serra e Ligabue


Stasera (beh, ieri sera, venerdì) all'Ariosto c'è stata una conferenza di Guccini, Ligabue e Michele Serra. Tema: il Po. Più che una conferenza penso fosse una chiacchierata e l'argomento probabilmente erano i ricordi dei tre legati al nostro fiume, magari con qualche digressione sociologica sull'importnaza del Po nelle società e cultura emiliana. Io però non ho sentito neanche una parola, un po' per i miei soliti pregiudizi ideologici verso Serra ed un po' perché Guccini e Ligabue -pur essendomi simpatici- rappresentano nella mia visione misantropesca ed un po' insoddisfatta i portavoce di una emilianità pigra, grassa e tutto sommato contenta di sé che non mi va completamente a genio. Quindi insomma in segno di protesta non metterò le foto dei tre protagonisti (una presa di posizione molto dura, lo so) ma quelle che ho fatto io al secondo ordine del teatro: questi sono i divanetti tra il secondo ed il terzo; questa è la tromba delle scale vista dal piano del loggione; questo è un termosifone; questo è l'ingresso destro; questo è un cartello (anche a me come a Robert Capa piace fotografare avvenimenti cruciali); questa è una sedia nell'anticamera del palchetto sul proscenio del secondo destro con sopra l'Amleto che ho letto per fare vedere che non mi interessava il dibattito; questa è la successione dei palchetti; questa è la cavea del teatro vista dal corridoio del secondo ordine con in primo piano il chiavistello del palco del prefetto. Poi ho fotografato anche il ritorno a casa: il semaforo di San Pellegrino, le luci del ponte di San Pellegrino e il fanale della mia bici sul lungoCrostolo verso casa.
Le altre maschere della serata: Alexia, Annalisa A, Annalisa N, Corrado, Cristina, Riccardo, Rita, Roberto, Simona.

9 ottobre 2007

Il tempo sospeso del volo


Stasera, domani sera e dopodomani la piccola Cavallerizza ha ospitato ed ospiterà una prima teatrale assoluta. "Il tempo sospeso del volo" è un'opera lirica di musica contemporanea incentrata sugli ultimi mesi del giudice Falcone prima dell'attentato, un progetto commissionato dai Teatri di Reggio. Stasera c'è stata la prova generale. L'allestimento è molto inventivo, con tre ponteggi mobili ed il pubblico in mezzo alla scena che segue l'azione non direttamente ma tramite un grande specchio; la musica è per me difficile da giudicare, troppo "contemporanea" e cioé troppo distante dalla grande lirica ottocentesca.
Le altre maschere della prova generale: Annalisa A, Riccardo, Rita.
Della prima serata: Annalisa A, Corrado, Simona.
Della seconda serata: Annalisa A, Roberto, Simona.

7 ottobre 2007

Mouse on Mars


Ieri sera a teatro c'erano i Mouse on Mars ed i Monade, un gruppo francese ed uno inglese che suonano musica elettronica. Eravamo all'Ariosto ed il concerto faceva parte di un minifestival di musica sperimentale inserito nel REC, la rassegna reggiana di arte contemporanea. Era musica techno (almeno credo) a forte volume, perciò non tutti gli spettatori sono usciti soddisfatti. I ragazzi del gruppo erano simpatici ma sorge sempre la fatidica domanda: vale la pena spendere 20 euro per stare fermi in poltrona a sentire musica da discoteca? Boh. Ho fatto un po' di foto al teatro ma non sono venute bene, sia tecnicamente sia concettualmente. Le ho raccolte qui. Ho anche sfoggiato il mio fluente francese: "voule vous firmer?" ho detto alla leader dei MoM, anche se in francese firmare si dice signer e firmer non significa niente, ma lei mossa a compassione ha fatto finta di nulla ed ha firmato lo stesso.
Ero in: primo ordine destro.
Altre maschere: Alexia, Annalisa A, Annalisa N, Giovanni, Roberto, Simona.

5 ottobre 2007

Pert Ryan



La seconda icona più bella di internet (la prima come universalmente noto è "hug") è quella di outlook bianca e blu a forma di busta che annuncia l'arrivo della posta. Naturalmente non sempre il contenuto della mail è all'altezza delle aspettative che quell'iconcina ed il suono che l'accompagna ("tlin!") suscitano. Ad esempio la posta che arriva a me si può più o meno così catalogare: 70% di news dalla federugby (le notizie di rugby risvegliano in me lo stesso interesse della ceramica fiamminga dei secoli XV e XVII), 10% altre newsletter, 10% pubblicità di siti porno (come se io avessi bisogno dei loro suggerimenti per conoscere i siti porno), 10% posta "vera". C'è un film che si chiama "C'è posta per te" e che parla proprio del piacere di ricevere posta. Mi ricordo che a un certo punto del film Meg Ryan si lamenta con Tom Hanks di non riuscire mai a trovare la parola giusta nel momento topico di una diatriba e io ieri sera mi sono sentito molto Meg Ryan quando è accaduta questa scenetta che vi descrivo perché so che vi interessa un sacco: in bici ho attraversato un po' sprudentatamente un incrocio senza semaforo in centro storico, una macchina di poliziotti ha sorpassato a fari spenti e senza lampeggianti un tram ai 60 km/h ed ha dovuto inchiodare per non spapellarmi. Io allora mentre ripartivano ho detto "però non si fa così" (e già questa non era proprio una frasona memorabile), loro allora si sono rifermati di colpo e io ho pensato "vogliono fare a botte, togo!". Invece poi volevano solo discutere; l'abbiamo fatto appena un po' animatamente, niente di ché. Io avevo più ragione di loro ma non l'avevo del tutto, e questo mi ha fregato. Così quando quello di fianco al guidatore si è rotto ed ha detto "beh, eravamo in emergenza, stiamo trasportando un arrestato", io sono rimasto in silenzio a guardarli ripartire (dopo aver acceso i lampeggianti) senza nemmeno sapere se era una balla o meno. Ed in quel momento appunto mi sono sentito come Meg Ryan. Sia io che Meg non troviamo mai la risposta giusta al momento giusto, amiamo ricevere e-mail ed abbiamo magnifici boccoli biondi.

3 ottobre 2007

A piedi


In una sfida a distanza con Cane che sta tenendo con il fiato sospeso tutta la nazione anch'io ho iniziato ad allenarmi a piedi. Il percorso di pratica è lungo appena più di un chilometro ed è universalmente noto con il nome di "sentiero delle caprette dall'altra parte". I primi quattro record sono stati 6'15", 5'42", 5'31", 5'18". Gebresilase per correre un chilometro ci mette 2'57" e poi ne fa altri 41 alla stessa velocità, ma fa lo stesso. Di fianco al sentiero scorre un vecchio muro di contenimento del Crostolo tutto sbrecciato, piuttosto bello.