29 febbraio 2008

Violoncello


Ieri sera ho visto al Municipale il concerto di Massimo Brunello, un violoncellista molto bravo. La musica -Bach (suite n° 4 e n° 5) e Knaifel (Lux Aeterna)- era davvero bella ma chi ha ideato lo spettacolo ha deciso di inscatolarla dentro un baraccone visivo un po' "new age" con Brunello che suonava dall'interno di una stanza con pareti di tulle semitrasparenti sulle quali venivano proiettate immagini che volevano essere evocative (goccie di pioggia su un vetro, una spiaggia in bianco e nero al tramonto...) cadenzate da interventi di Vinicio Capossela. Questo è sembrato a tutti quanti un inutile orpello: è come se gli organizzatori avessero voluto far vedere quel che a loro ispirava quella musica soffocando così quel che ispirava od avrebbe potuto ispirare agli spettatori. Sarebbe stato intelligente rintanarsi nel buio del palco ed ascoltare solo, ma alla fine la curiosità per le immagini aveva sempre la meglio e così mi sono guardato quella specie di videoclip. Le immagini della spiaggia in bianco e nero ricordavano un po' la scena finale de "I 400 colpi" e, per vaga analogia, il tutto faceva pensare alla famosa sigla iniziale di Fuori Orario, con lo spezzone di "L'Atalante" sulle note di Because the night. Però la sigla di fuori orario è un sacco toga mentre nel concerto di ieri sera musica ed immagini non legavano, secondo me. A un certo punto ha anche iniziato ad uscire del fumo da dietro la scatola dove suonava il violoncellista, per fare più atmosfera: sembrava di essere ad una festa delle medie in tavernetta od ad un concerto di Sabrina Salerno degli anni '80 (Sabrina si sarà rivoltata nella tomba a sentirsi accomunata a Bach). Però, insomma, complessivamente è stato più che piacevole. Ho letto che dopo Bach non sono quasi più stati scritti a solo per violoncello. "Peccato", come direbbe Kiwi. Alla fine ho anche visto uscire il musicista dal teatro da solo, con in spalla come se fosse uno zaino il suo fido violoncello (un Maggini del XVII secolo, forse). Mentre l'ho visto ero in piazza. Era da un po' che non rimanevo lì nella piazza dei teatri (dal 1986, circa) e mi sembra che la situazione sia un pochetto peggiorata. In giro c'erano solo o quasi nordafricani con una spiccata inclinazione all'ubriacatura ed alla rissa e pattuglie di polizia e carabinieri che ogni pochi minuti facevano la ronda. A un certo punto uno che sembrava mezzo ubriaco o mezzo fumato o tutte e due è passato vicino a me e guardandomi mi ha detto con tono strascicato e cattivo: "Italia bastarda, italiani tutti bastardi". Io so che bisognerebbe non cercare la rissa con questo tipo di persone, ma in quel momento giuro che non ci ho vsito più, ho avuto come un moto di orgoglio interiore, ho raccolto tutta la mia rabbia e gli ho detto :"sì, è vero" abbassando lo sguardo. Fortemente intimorito, lui se ne è andato subito. Passata la collera mi è venuto da chiedermi se non avevo esagerato con quel povero disgraziato, ma ormai era troppo tardi.
Massimo Brunello, "Pensavo fosse Bach": Annalisa A (III ps d), Annalisa N (III ps s), Carmine (III ps s), Giulia (P), Io (III ps d), Valentina (III ps s).

26 febbraio 2008

Mangiadisk


Stamattina in teatro c'è stato "Hansel e Gretel" ovvero "Mangiadisk", spettacolo per bambini delle elementari e medie. Lo spettacolo era carino: una scenografia semplice ma bella, recitazione forse non eccelsa, qualche gag per far ridere i bimbi e musiche divertenti degli anni '60. Ci sono state due cose toghe soprattutto: la prima è che ho zittito un bambino disturbatore con uno dei miei celebri suardi inceneritori. Di solito non mi considerano minimamente e invece questa volta sia lui che le sue professoresse hanno sentito tutto il peso del mio innato carisma. Ho aspettato che il disturbatore mi guardasse e gli ho detto solo "basta". E lui s'è chetato. Poi me ne sono andato perché ho capito che in quel momento emanavo troppo sex-appeal e poteva esere pericoloso con tutte quelle giovani maestre in giro.
La seconda cosa bella è che ho visitato i luoghi nascosti del teatro Ariosto, sia sotto il palcoscenico che su nei ballatoi. Anche sabato scorso ero entrato al Muncipale per una via secondaria che mi aveva permesso di evitare la coda all'entrata e, soprattutto, di vedere scorci nuovi del teatro. Avevo una guida d'eccezione e mi sono sentito molto come la ragazza ebrea di Ray Liotta in questa scena di "Quei bravi ragazzi".
Mangiadisk, maschere: Annalisa A (Cm), Carmine (II), Giulia (P), Io (I).

23 febbraio 2008

Mal di gola


E' tornato il mal di gola, il mio peggior nemico assieme al paradosso di Epimenide e ai film di Von Trier con la telecamera a mano. La cosa più fastidiosa è che il male diventa più doloroso di notte, quando non c'è neanche niente da fare per distogliere la mente da quel bruciore. Stanotte sono andato a letto alle 23 (era venerdì sera e mi sono concesso un po' di stravizio) e quando mi sono svegliato pensando "bè, dai, è stata una nottata dura ma almeno è passata" erano le 00.25; poi mi son messo al computer e poi ho riprovato a dormire e mi sono ri-risvegliato alle 2.35, alle 3.43, alle 5.10 e definitivamente alle 7.26, con questo aspetto sveglio (in realtà questa foto gentilmente concessa da playboy era quella con l'aspetto più sveglio e con i capelli più pettinati delle cinque che ho provato a fare). It has been an hard day's night, insomma. Anzi, it has been a dog day afterdark, perché sono quasi sicuro che il mal di gola me l'ha attaccato Canedipavlov in chat. Comunque va bè, mal di gola a parte sono stati giorni abbastanza belli questi: mi è arrivato il librone sui teatri e lo sto leggendo stravaccato sul letto (posizione di lettura corretta, posizione di lettura mia) con in sottofondo Beethoven e ogni tanto Reveal dei REM. E poi l'altra sera ho ricevuto la buonanotte-sms della mamma di Blepa. E poi ho limato i record stagionali sulla chiesa di Albinea (9'02" e 8'27"), mi mantengo nelle zone alte della classifica di scacchi (l'altro giorno ero decimo su 1500 collegati, però sto cercando di smettere perché sta diventando un pochetto un vizio) e Nadia Fanchini è arrivata terza in libera. Stasera forse vado a vedere un concerto con musiche di Mahler (la sesta sinfonia), anche se i palchetti del Municipale sono molto angusti e temo di attaccare il mal di gola a tutti i miei vicini, che saranno la mia capomaschera e quasi tutte le altre maschere.
Concerto di Mahler: Annalisa A (III ps dx), Annalisa N (III ps sx), Carmine (III ps sx), Corrado (P), Cristina (P), Giovanni (III ps sx), Io (III ps dx), Maria Rosaria (P), Valentina (III ps sx).

20 febbraio 2008

Metà balenottero e metà stasio


Due turni in teatro in questi giorni: ieri mattina "Volpino e la Luna" in Ariosto, ieri sera "Le Olimpiadi" in Cavallerizza. Il primo era uno spettacolo per bambini delle scuole materne ed aveva per protagonista uno degli animali dei Musei Civici di Reggio, il lupo volpino. Da piccolo io ogni tanto andavo ai Musei con la scuola ed il mio animale preferito era il balenottero, perché aveva la testa grossa quasi come la mia. Purtroppo in rete non c'è neanche una sua foto. Le Olimpiadi di Metastasio invece erano il titolo 2008 del ciclo di spettacoli di Micheli dedicati all'opera lirica.
Mattino: Corrado (A), Cristina (P), Io (I s), Maria Rosaria (I d).
Sera: Annalisa A (Cm), Corrado (bg), Io (P), Maria Rosaria (P).
(visto che non si riescono a leggere gli indirizzi completi delle immagini dei commenti eccoli qua: www.freedigital.it/artic_news/nemo_balenottera.htm , http://img295.imageshack.us/img295/6317/bestiuleinipn3.jpg)

17 febbraio 2008

L'uomo che vide una donna nuda


Oggi mentre tornavo in bici dalla chiesa di Albinea mi hanno attraversato la strada due caprioli. Io ero un po' sovrappensiero perché avevo appena mancato il record stagionale per due secondi (9'11" contro 9'09") e stavo macerandomi in una nera afflizione, però ad un certo punto mi sono visto questi due cosetti attraversare balzellon balzelloni la strada. Ci metto sempre un paio di secondi a realizzare di trovarmi davvero di fronte a dei caprioli, nonostante in quella zona siano un po' di casa. Ero dalle parti della villa di Ferrarini, su una stradona semi-privata. E' stato bello proprio perché non c'era nessuno, a parte me e loro due e le mucche di Ferrarini. So che è un po' banale ma mi ha ricordato una scena da film, anche perché quando li ho visti mi sono fermato ed il vento gelido che mulinava nelle orecchie si è placato di colpo dando l'impressione che il tempo si fosse in quell'istante sospeso. E in quel limbo silenzioso ho visto questi due capriolini con il sottocoda niveo andarsene saltellando lentamente nei campi aperti, fino ad un minuscolo boschetto che sorge alle spalle di un ristorante chiamato proprio "Il capriolo". Nei film questa specie di meravigliata sopensione della realtà che viene prodotta dall'apparizione di un animale (simbolo di semplicità e purezza) non è rara. A me vengono in mente lo stambecco bianco visto da Nuti in "Tutta colpa del Paradiso" (Nuti che poi chiamò la piccola Phoebe a fare da sua controfigura in "Caruso Paskoski"), il coyote visto forse da Kevin Kline nel sottovalutato ma per me piuttosto carino "Gran Canyon" (uno scagnozzo mandato dall'accademia della crusca ha detto che mi spezzerà le dita con un tomo Treccani voci Stu-Tes se userò ancora nel corso di quest'anno l'aggettivo "carino"), un altro coyote che appare a Tom Cruise in "Collateral" e, dato che oggi in bici ho visto anche un pettirosso (era piccolissimo, la metà di un passero) anche il pettirosso visto da Russell Crowe prima della battaglia contro i germani in "Il gladiatore" e quello visto dal protagonista di "Niente di nuovo sul fronte occidentale" un attimo prima della fine del film.
Naturalmente i due caprioli non sono stati l'unico avvenimento eclatante della mia settimana: ho anche visto una donna nuda ed ho battuto il record stagionale sulla chiesa di Albinea, però nel percorso B (9'05").

11 febbraio 2008

Alidoro


Ieri sera sono stato al teatro Valli di Reggio alla Prima Mondiale in tempi moderni di Alidoro, un'opera lirica napoletana del 1740. Gli altri spettatori erano tutti vestiti in giacca e pelliccia e cravatta, io invece avevo il giaccone del Rugby Reggio e un maglioncino gialloarancione che una volta era stato oggetto di una interrogazione parlamentare da parte di Stefano Gabbana. Però va bè, insomma, mi spiace. Il teatro purtroppo era vuoto per metà o quasi (ed era la prima, chissà cosa succederà stasera, povero Valli!), così sono potuto andare in un palco relativamente centrale del terzo ordine anche se sono entrato senza pagare (noi bohemiene in maglioncino arancione siamo superiori al vil denaro). C'erano i sopratitoli (cioé dei sottotitoli sopra alla scena), che è una cosa non troppo elegante ma comunque necessaria perché non sempre si riesce a distinguere quello che i cantanti dicono ed anche perché ieri sera c'era qualche battuta in napoletano ed in toscano. Mi è piaciuta molto la musica (che bello dev'essere trovarsi là nella buca a suonare l'arpa od il violino) ma ho fatto un po' fatica ad apprezzare il cantato ed a volte mi sono ritrovato a pensare ad altre cose. Del resto era in pratica la prima volta che seguivo un'opera lirica e forse iniziare con un'opera minore barocca non è la via più facile. La scenografia era appena accennata ma secondo me molto efficace: sopra un piano inclinato che rappresentava il colle di Poggioreale comparivano (di volta in volta nei tre atti) un filo per i panni, qualche ramo stilizzato, due tavolini da osteria, un ombrellino da picnic. L'ombrellino che faceva ombra al vecchio Giangrazio con una specie di sole malato sullo sfondo mi ricordava un po' le atmosfere desolate ma evocative delle storielline iniziali di "Perché Pippo sembra uno sballato?", l'album a fumetti di Pazienza. Ed in un certo senso la semplicità della trama, i toni da commedia, i colori vivaci e appunto l'essenzialità della scena facevano assomigliare un pochino l'opera ad un fumetto animato, ad un cartone. Una cosa che colpiva subito erano proprio i colori: quelli dominanti erano viola, verde ed arancione, cioé le tinte che credo andassero "di moda" nel '700. Ho letto che il blu, il giallo ed il rosso sono colori primari, mentre l'arancione (giallo+rosso), il verde (blu+giallo) ed il viola (blu+rosso) sono colori secondari; e per qualche ragione durante il '700 ed anche nel secondo rinascimento (pare che molti affreschi del'400 che abbiamo imparato ad amare nei colori "semplici" come blu, azzurro e giallo fossero originariamente invece dominati da queste altre cromìe) erano in auge queste tinte derivate, più allegre ma anche meno "sincere". Comunque insomma tutto questo era per dire che sono molto contento di esserci andato.
Ieri sera (martedì 12) "Mein Kampf" alla Cavallerizza. Prosa un po' grottesca alla Grosz od Otto Dix, interessante direi. Maschere: Annalisa A (bg), Io (bg), Maria Rosaria (P), Simona (gr).
Stamattina (mercoledì 13) "Il principe ed il povero" all'Ariosto. Storia per ragazzi piuttosto divertente. Annalisa A (P), Elisabetta D (I), Io (II), Roberto (Cm).
Ieri sera (venerdì 15) ancora Mein Kampf. Altre maschere: Andrea (P), Annalisa A (Cm), Valentina (gr).

9 febbraio 2008

Il giardino degli usignoli


Ieri sera c'è stata la prima reggiana de Il giardino dei ciliegi. Io ho visto solo dieci minuti verso la fine della prima parte e gli ultimi quindici minuti, ma mi è piaciuto. Gli attori erano piuttosto bravi (c'era anche un cagnolino nero in scena) e mi sembra che abbiano reso bene l'atmosfera dell'opera; però io ero abituato a leggere Cechov a piccoli brani per volta e così non sono rimasto dentro a lungo. Maschere: Andrea (II), Annalisa A (Cm), Annalisa N (ma non ha fatto in tempo ad arrivare), Corrado (gr), Cristina (I d), Giulia (gr), Io (III), Maria Rosaria (P), Roberto (bg) e Simona (bg).
Nella sera di sabato 9 invece c'è stata la presentazione del CD di musica popolare "L'usignolo", in Cavallerizza. E' stata una serata graziosa. Musica da balera (pare che il liscio reggiano sia più antico del lissio romagnolo, che derivi dalla musica verdiana e dalla musica per fiati viennese e che i suoi pionieri siano stati nell'800 il Maestro Cantoni ed 11 dei suoi 14 figli) inframezzata da qualche aneddoto divertente.
Ho visto il secondo album "Infanzia di una maschera", supercarino.
Altre maschere: Annalisa A. Antincendio: Bonacini. Tecnici: Ousmane e Fabio. Roba persa: un cellulare. Roba trovata: il cellulare, una custodia per occhiali. Durata: 20-23.30.
Domenica pomeriggio, Cechov: Andrea (gr), Annalisa A (Cm), Annalisa N (bg), Carmine (P), Corrado (gr), Cristina (bg), Elisabetta D (II), Io (I s), Maria Rosaria (I d), Valentina (III).

6 febbraio 2008

Little fish


Gli animali tipici del monte della chiesa di Albinea sono i pesci rossi. Questi poveri animaletti vivono nella vasca della fontana, una specie di piazzola autostradale dove la gente li scarica quando perde la voglia di accudirli. In gennaio, di notte, non dev'essere molto bello dormire lì per dei pesciolini che credo siano di origine tropicale. Magari stan meglio in quella fontana da mille litri che in una boccia di venti centimetri di diametro od in una borsina di plastica dei baracconi, però il problema sono il cibo ed appunto il freddo, visto anche che l'acqua è quasi sempre all'ombra. La vasca sorge all'altezza del penultimo tornante della salita. Unica consolazione per i pesci rossi: dalla vasca (beh, saltando un po' sul pelo dell'acqua) si vede la città in lontananza con sopra una disastrosa fascia grigia che sembra di smog e dalla quale loro sono esenti. Non che poi interessi tanto anche a me della loro sorte, se no li avrei già presi e messi a casa in un contenitore più caldo. Non si sa neanche se dargli da mangiare, perché poi magari mettono al mondo tanti pescioini rossi che poi si ritrovano nella stessa situazione. Però mi han chiesto se magari gli posso procurare qualche film per passare le lunghe ed umide serate invernali: hanno già Un pesce di nome Wanda e Big Fish ma vorrebbero anche Nemo e la filmografia completa di Joe Pesci e di Margaret von Trota. Così, non sapevo come chiudere il post.

3 febbraio 2008

Piano


In questi giorni mi sono un pochino avvicinato per la prima volta alla cultura del pianoforte. Finora avevo ascoltato solo il saggio delle medie di mio fratello, ma ero stato troppo occupato a giocare con il puffo cacciatore che avevo appena acquistato alla cartoleria della Mirella per seguire l'esecuzione. Tra venerdì sera e sabato pomeriggio invece ho assistito ad un concerto di duetti per violino e pianoforte di Beethoven ed alle prove dell'opera barocca Alidoro con il clavincembalo protagonista. Come hanno ben scritto Tolstoj ed Adorno, Beethoven stimola il meglio del nostro intelletto, e infatti durante il concerto io ho partorito questa idea: un cartone animato con due api, una (bee Thoven) amante della musica classica e una (bee Gees) amante della pop. Domani cerco di vendere il soggetto alla Pixar. Suonavano due giovani musicisti pietroburghesi (Ilya Gringolts violino e Peter Laul piano) e a me sono sembrati molto bravi. Ho anche imparato la storia che sta dietro la Sonata a Kreuzer. Beethoven la scrisse per il suo amico Bridgetower, un bravissimo e precocissimo pianista mulatto (una sorta di Puskin dei tasti d'avorio), ma poi litigò con lui a causa di una donna e con gesto non tanto maturo tolse Bridgetower dalla dedica (quella originale era in italiano e diceva "sonata mulattica composta per il mulatto B., gran pazzo e compositore mulattico") e vi mise il signor Kreutzer, che però detestava Beethoven ("oltraggiosamente incomprensibile") e non ascoltò mai la sonata. Tolstoj ha scritto un racconto su questa composizione per piano e violino; io avevo iniziato a leggerlo ma non mi era piaciuto, adesso proverò ad affrontarlo di nuovo.
Anche la musica dell'Alidoro è piacevole; data la mia antipatia per il barocco e per il suono che mi è sempre parso "forzatamente allegro" del clavincembalo non me lo sarei aspettato. I musicisti della Cappella dei Turchini sono giovani e vengono da Napoli e io, su richiesta dell'arpista, ho anche chiamato per la prima volta in vita mia un taxi (Latina3), riempendomi di orgoglio.
Ho fatto quattro foto: la tastiera del clavincembalo (su a sinistra), il clavincembalo, le sedie ed i leggii dell'orchestra, la sedia del clavincembalista.
Questa sera (martedì 5) primo turno con Andrea, Carmine e Valentina. In cartellone all'Ariosto c'era "Junka", della ballerina di flamenco Mercedes Ruiz. Altre maschere: Andrea (I s), Annalisa A (Cm), Carmine (II), Corrado (gr), Cristina (I d), Elisabetta D (III), Giovanni (bg), Maria Rosaria (P), Simona (bg), Valentina (gr).