11 novembre 2008

Abelardo a cui una mosca


In questi giorni sto leggendo le lettere di Abelardo ed Eloisa, un libro che avevo comprato per l'esame di letteratura latina medioevale, tanto tempo fa. Il periodo nel quale vissero Abelardo ed Eloisa è suppergiù quello di Matilde di Canossa, i decenni a cavallo del 1100. Non mi ero mai interessato a quest'epoca storica ed ora, fortuitamente, la sto scoprendo un po'. E' bello quando, mentre si apprendono nozioni, ci si accorge che si sa già qualcosa di quell'argomento e che ciò aiuta ad imparare le cose nuove: è un po' come mettere dei mattoncini, ognuno rende più facile porne un altro. Che riflessione originale eh? I miei secoli preferiti in realtà sono quelli dal XIII al XV, un po' per la loro arte ma anche, forse ed inconsciamente, perchè nella mia collezione di "Topolino" i numeri dal 1200 al 1400 sono i più belli (credo di avere tutti i numeri di Topolino dal 1250 circa al 1450 circa, molte ragazze mi si son concesse immediatamente quando l'hanno saputo). Il carteggio tra Abelardo ed Eloisa è piacevole da leggere, anche se l'autenticità delle epistole è piuttosto contestata (potrebbero essere state create nel '300, come una specie di romanzo dell'epoca). Abelardo era un ragazzo bretone appassionato di dialettica, che aveva rinunciato ai privilegi della sua ricca famiglia per trasferirsi a Parigi dove aveva velocemente scalzato dalla cattedra l'autorevole Guglielmo, battendolo ripetutamente nelle dispute. Da allora conquistò sempre più fama ed allori accademici, finchè, all'età di 36 anni ed al colmo del successo, conobbe Eloisa, una ragazza di 16 anni alla quale era stato chiamato a fare da precettore. Eloisa era colta ed intelligente, una rarità in un'epoca nella quale anche le ragazze agiate venivano tenute lontano dalla cultura. Fu un colpo di fulmine reciproco. Quando lei rimase incinta il padre si infuriò come un gatto. Abelardo acconsentì al matrimonio ma volle che venisse svolto in segreto, perchè temeva che la faccenda avrebbe incrinato il suo prestigio cattedratico; al padre di Eloisa questo non bastò e con una sottile mossa psicologica una notte lo fece evirare da due scagnozzi. Abelardo ed Eloisa decisero allora di scegliere entrambi la vita conventuale, in due monasteri diversi. Nel corso dei successivi decenni lui ebbe altre traversie ma riuscirono più di una volta a rivedersi. Ed al momento della morte Eloisa ottenne di venirgli seppellita accanto.
Grammatica - Una forma grammaticale che a me non piace molto è "a cui". In latino cui vuol dire "a chi", "al quale", quindi secondo me dire "a cui" in italiano è una ripetizione inelegante. Ancora peggio mi pare suonino "di cui", "per cui"... In genere io cerco sempre di impiegare "quale" e non "cui". Questo per rispondere alle tante lettere sull'argomento arrivatemi.
Zoologia - L'altro giorno una povera mosca che forse si era risvegliata dal letargo a causa del caldo insolito di questi giorni ha gironzolato sul mio computer per ore, andando spesso ad inebriarsi e stordirsi là dove esce l'aria calda della ventola. Poverella. Le ho anche fatto una foto. Queste temperature alte proprio non mi piacciono, scombussolano anche gli animali. Ormai qui da me la nebbia è piuttosto rara, sulle Alpi i ghiacciai si sciolgono ed in alcuni posti tradizionalmente freddi, come la capitale russa, non si vede quasi più la neve. E' per quello che si dice "una mosca bianca" per dire che una cosa è molto insolita.

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