30 gennaio 2007

Non dire matto se non ce l'hai nel scacco


Ho fatto il mio nuovo record negli scacchi on-line, 1448 punti! Adesso in classifica generale sono 855° su circa centomila iscritti, anche se la maggior parte di questi sono persone che hanno giocato poche volte oppure nick dimenticati. Comunque sono fiero di me.

(aggiornamento: nuovo record, 1481! 661° in classifica)

25 gennaio 2007

The porcupine which lived twice


Mentre scartabellavo tra i dimentichi scartafacci di un vecchio cassetto ho scoperto un fumetto che scrissi nella mia tarda giovinezza, allorché militavo come obiettore di coscienza nel WWF. So che è un po' penoso pubblicare i propri stessi fumetti ma sul secondo manuale del giovane sborone c'è scritto che a noi è permesso farlo. Beh, insomma, i dialoghi sono a volte poco simpatici e lo stile è talora un po' lezioso, però soccia non disegnavo mica male. Come Botticelli con la Divina Commedia e Puccini con la Turandot, anche Nutellus ha lasciato incompiuta quest'opera; essa, nel vuoto urlante di quelle nuvolette senza dialoghi, costituisce un imperituro memento contro tutte le guerre.

23 gennaio 2007

Muccae, cave canem!


I cani sono senza dubbio gli esseri viventi più belli del mondo. Nella mia classifica indiscutibile essi comandano davanti ai koala, ai castori, agli ornitorinchi, ai criceti ed ai germani reali; nelle ultime posizioni i serpenti, gli uomini, i gatti ed i ragni. Il problema però è che i cani non sono vegetariani. Avevo calcolato che il mio cane, di piccola stazza, avrebbe mangiato nela sua vita l'equivalente di cinque mucche. Ora il problema che già Democrito ed Heidegger si posero è: la vita di un cane vale più di quella di cinque mucche? Verrebbe da dire di no, però insomma, se le musiche pascolano felici per quattro o cinque anni e poi gli sparano in testa senza che se ne accorgono può essere eticamente accettabile nutrire il proprio cane con altri animali. Così insomma

16 gennaio 2007

Cani di bancata, teatro


Stasera al Teatro Ariosto di Reggio hanno fatto "Cani di bancata", uno spettacolo di prosa sulla mafia. Non mi è piaciuto. Le metafore mi sono sembrate poco originali e mi è parso eccessivo l'uso che si è fatto di immagini forti e recitazione sopra le righe per cercare di far passare un messaggio che da solo forse non ne avrebbe la forza. Il pubblico naturalmente alla fine ha applaudito per un ora e quarantare di fila ma vabè, quello non fa testo, applaudirebbero anche il Bagaglino dicendogli bravi bravi! Comunque non capisco se sono i miei gusti ad essere sballati, se è il direttore artistico dell'Ariosto che ha poco fiuto o se il livello generale del teatro italiano è al momento bassino, ma non credo che spettacoli come questo e come altri che ho visto meritino un palcoscenico come l'Ariosto.
Voto: un nutello e mezzo (su cinque)

10 gennaio 2007

Il post delle fragole


Finalmente ho visto "Il posto delle fragole". Mi aspettavo un film bellissimo e pesantissimo ed invece è grazioso e semplice. Il protagonista e Marianne, sua nuora, sono molto bravi. La storia è un viaggio in macchina che diventa un viaggio nei ricordi; alcuni lievi, altri gravi e dolorosi. I paesaggi boschivi mi hanno ricordato le scene bucoliche di certi film di Woody Allen, grande ammiratore di Bergman. Naturalmente l'ho visto in svedese, perché così vuole il Giuramento degli Sboroni. La cosa che mi è piaciuta di più è stata forse scoprire il mondo della Svezia anni '50: ho sempre la convinzione che la gente delle altre nazioni e delle altre epoche sia e fosse composta da barbari ottusi e mi sorprende ogni volta scoprire che non è così.

8 gennaio 2007

Riflessione relativista di mezzo pomeriggio


Il paradosso di Epimenide: "un cretese asserisce che tutti i cretesi sono mentitori". Ora, credo che questo paradosso possa essere semplificato nella formula "sto mentendo". Quando noi pronunciamo la frase "sto mentendo" in realtà vogliamo significare "ho mentito nella frase precedente", ma se viene presa alla lettera la frase "sto mentendo" si riferisce a ciç che si sta dicendo in quel momento, cioé a sé stessa. Però c'è un però: se la frase è vera allora stiamo mentendo, quindi è falsa (ed una frase non può essere sia vera sia falsa); se invece è flasa allora non stiamo mentendo, quindi è vera (e non può essere falsa e vera). Cioé la frase "sto mentendo" non può essere né vera né falsa. In pratica la frase è un corto circuito logico che può essere preso come paradigma dell'impossibilità di una cosa di negare sé stessa. Secondo me ciç ha un risovlto interessante: noi possiamo indagare filosoficamente tutta la realtà, ma non possiamo mettere in dubbio i presupposti su cui si basa questa indagine della realtà poiché per metterli indubbio dovremmo usare quegli stessi presupposti e siccome mettere in dubbio comporta il negare ipoteticamente, questi presupposti arriverebbero a negare sé stessi cadendo nel paradosso epimenideo. Ciò significa dunque che noi siamo costretti ad accettare i dogmi sui quali si basa la nostra percezione della realtà perché è logicamente impossibile metterli in dubbio. Ma se non sappiamo se questi dogmi sono veri o falsi o buoni o cattivi non ha senso affidarcisi. E' come giocare a calcio sensa sapere se vince chi fa più gol o meno gol: magar giocare è divertente lo stesso, ma non ha alcun senso individuabile. Insomma, non sappiamo nulla della vita e forse non possiamo proprio saperlo. Tra l'uomo più superstizioso ed ignorante del mondo e lo scienziato più illuminato e dal pensiero apparentemente più libero da pregiudizi non c'è forse alcuna differenza.