8 gennaio 2007

Riflessione relativista di mezzo pomeriggio


Il paradosso di Epimenide: "un cretese asserisce che tutti i cretesi sono mentitori". Ora, credo che questo paradosso possa essere semplificato nella formula "sto mentendo". Quando noi pronunciamo la frase "sto mentendo" in realtà vogliamo significare "ho mentito nella frase precedente", ma se viene presa alla lettera la frase "sto mentendo" si riferisce a ciç che si sta dicendo in quel momento, cioé a sé stessa. Però c'è un però: se la frase è vera allora stiamo mentendo, quindi è falsa (ed una frase non può essere sia vera sia falsa); se invece è flasa allora non stiamo mentendo, quindi è vera (e non può essere falsa e vera). Cioé la frase "sto mentendo" non può essere né vera né falsa. In pratica la frase è un corto circuito logico che può essere preso come paradigma dell'impossibilità di una cosa di negare sé stessa. Secondo me ciç ha un risovlto interessante: noi possiamo indagare filosoficamente tutta la realtà, ma non possiamo mettere in dubbio i presupposti su cui si basa questa indagine della realtà poiché per metterli indubbio dovremmo usare quegli stessi presupposti e siccome mettere in dubbio comporta il negare ipoteticamente, questi presupposti arriverebbero a negare sé stessi cadendo nel paradosso epimenideo. Ciò significa dunque che noi siamo costretti ad accettare i dogmi sui quali si basa la nostra percezione della realtà perché è logicamente impossibile metterli in dubbio. Ma se non sappiamo se questi dogmi sono veri o falsi o buoni o cattivi non ha senso affidarcisi. E' come giocare a calcio sensa sapere se vince chi fa più gol o meno gol: magar giocare è divertente lo stesso, ma non ha alcun senso individuabile. Insomma, non sappiamo nulla della vita e forse non possiamo proprio saperlo. Tra l'uomo più superstizioso ed ignorante del mondo e lo scienziato più illuminato e dal pensiero apparentemente più libero da pregiudizi non c'è forse alcuna differenza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

tu menti

Anonimo ha detto...

e come dice confucio: "mei gusér che tòser".

Anonimo ha detto...

... è tutto così logico e lineare che mi spaventa aver capito anche ciò che non avrei dovuto nemmeno intuire.
Ora non pensare che stia mentendo...