All'età di 37 anni Gioacchino Rossini, l'autore de La gazza ladra e Il barbiere di Siviglia, smise di pubblicare opere. Si ritirò nella campagna parigina con le sue mogli (prima Isabella Colbran poi, dopo che lei morì, Olympe Pellissier; erano entrambe cantanti liriche) e lì visse per quarant'anni senza più fare praticamente niente (in che modo non lo so, forse c'erano già allora i diritti d'autore e lui viveva agiatamente con quelli). Nella vita degli uomini (dei maschi in particolare, intendo) c'è un periodo di creatività coincidente con la giovinezza, durante il quale si mettono in campo fantasia e determinazione per inseguire i propri sogni, per costruire il proprio futuro e, diciamo così, per mettere in mostra le proprie doti al fine di convincere un'esemplare femmina delle proprie qualità. Poi subentra un periodo di quiete, più o meno la mezz'età, durante il quale semplicemente si amministrano e si godono i risultati raggiunti. Il problemone è che io sono entrato già da un po' in questa seconda fase ma non ho nessun risultato da amministrare o godere e, men che meno e naturalmente, sono mai riuscito a convincere qualcuna delle mie qualità. Però non mi va più di star lì a cercare di creare qualcosa, vorrei solo stare tutto il giorno sul laghetto delle nutrie a non far niente. E questo non è possibile, perchè non ho costruito le basi per renderlo tale. Comunque va bè, era solo una cosa che mi era venuta in mente l'altro giorno leggendo la vita di Rossini, in realtà sono comunque stato fortunato. Niente laghetto delle nutrie e niente Olympe Pellissier, ma fa lo stesso.
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