Ho letto "I fratelli Karamazov".
In questo periodo non sono molto soddisfatto della mia situazione (ma toh!) e leggere libroni o provare a studiare il tedesco o anche venire a scrivere sul blog sono tentativi (debolucci, lo so, ma non ne ho molti altri a disposizione) per cercare di cambiare un pochino le cose. Però, insomma, alla fine anche stare male è un segno di maturazione, perchè fino a poco tempo fa al sopravvenire dei primi sintomi del malessere spirituale mi sarei rifugiato nelle classifiche, nei post su rugby.it, nelle partite a scacchi ed in altre cose del genere, così come Mitja Karamazov si tuffava nella vodka o nel baccarat. Dmitrij detto Mitja è il mio personaggio preferito nel libro, un affresco socioantropologico sulla famiglia Karamazov ed i loro concittadini. Un affresco fin troppo ricco e completo, per i miei gusti: avrei apprezzato maggiormente il romanzo se lo scrittore russo si fosse canonicamente concentrato sui personaggi principali risparmiandosi almeno una parte delle tante digressioni che frastagliano la trama principale. Magari dico una banalità ma secondo me è probabile che una di queste digressioni, quella del piccolo Iljusa, abbia ispirato Ferenc Molnar per "I ragazzi della via Pal", scritto venticinque anni dopo, all'inizio del '900. Certo la capacità di Dostoevskji di dipingere con nitore la psicologia di così tanti differenti personaggi è ammirabile e denota una sensibilità umana acuta. Io, che questa sensibilità proprio non ho, sarei riuscito a descrivere forse solamente il personaggio che avrei sentito più vicino. Mitja, appunto, anche se forse quello più simile a me è l'ateo ed arido Ivan. Diciamo che Alexej è come ero da piccolo, Smerdjakov come ero da adolescente, Ivan come sono adesso e Dmitrij è come mi accontenterei di essere. Passato, presente ed accettabile futuro. Di Dmitrji mi piace il fatto che nasconda ideali puri in un carattere da perdente (ma forse queto piace a tutti, è il principio di Paperino), la sua infelicità ed anche e soprattutto la sua imbranatura ed il suo insuccesso nel corteggiare Agrafena Alexandrovna. Una cosa che stupisce è il fatto che una persona così sensibile ed intelligente come Dostoevskji si dimsotri nel corso del romanzo anche così carico di pregiudizi razzisti e classisti. I due pan polacchi sono tronfi, bari ed accattoni; il medico tedesco è di buon cuore ma ha un carattere particolare tanto da risultare quasi una "macchietta"; gli impiegati ed i commercianti vengono in genere descritti come persone dall'umanità sopita e spuntata ed i contadini sembrano niente più che stolidi ammassi di carne, tutt'al più dotati di un animalesco sentimento di fedeltà o bontà. Lo stesso Smerdjakov (il presunto quarto fratellastro Karamazov) appare scaltro ma infido e meschino, forse perchè in quanto figlio illegittimo di un nobile e di una vagabonda partecipava dell'altezza del primo e della bassezza della seconda.
Va bè, come temino sui "Fratelli Karamazov" fa un pochino schifo ed è piuttosto caotico, ma fa lo stesso.
Parole nuove che ho imparato (solo una piccola parte, al'inizio non me le appuntavo): crocidare (il gracchiare del corvo), inciprignito (incollerito?), prorotto (participio passato di prorompere), diviluppare (sviluppare), icastico (?), plancito (pavimento di legno), farisaico (ipocrita?), cessa (sosta), telega (slitta o carrozza), tramenare (lavorare attorno a qualcosa).
1 commento:
Non vorrei sembrare quello che ha passato l'adolescenza a tramenare :P però un pò sento la mancanza di Gorgo e dei suoi post soprattutto in questo periodo di Nations Cup Romania 2008 e di Junior RWC Wales 2008. Se per caso lo incontri abbraccialo da parte mia.
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