Oggi mentre tornavo in bici dalla chiesa di Albinea mi hanno attraversato la strada due caprioli. Io ero un po' sovrappensiero perché avevo appena mancato il record stagionale per due secondi (9'11" contro 9'09") e stavo macerandomi in una nera afflizione, però ad un certo punto mi sono visto questi due cosetti attraversare balzellon balzelloni la strada. Ci metto sempre un paio di secondi a realizzare di trovarmi davvero di fronte a dei caprioli, nonostante in quella zona siano un po' di casa. Ero dalle parti della villa di Ferrarini, su una stradona semi-privata. E' stato bello proprio perché non c'era nessuno, a parte me e loro due e le mucche di Ferrarini. So che è un po' banale ma mi ha ricordato una scena da film, anche perché quando li ho visti mi sono fermato ed il vento gelido che mulinava nelle orecchie si è placato di colpo dando l'impressione che il tempo si fosse in quell'istante sospeso. E in quel limbo silenzioso ho visto questi due capriolini con il sottocoda niveo andarsene saltellando lentamente nei campi aperti, fino ad un minuscolo boschetto che sorge alle spalle di un ristorante chiamato proprio "Il capriolo". Nei film questa specie di meravigliata sopensione della realtà che viene prodotta dall'apparizione di un animale (simbolo di semplicità e purezza) non è rara. A me vengono in mente lo stambecco bianco visto da Nuti in "Tutta colpa del Paradiso" (Nuti che poi chiamò la piccola Phoebe a fare da sua controfigura in "Caruso Paskoski"), il coyote visto forse da Kevin Kline nel sottovalutato ma per me piuttosto carino "Gran Canyon" (uno scagnozzo mandato dall'accademia della crusca ha detto che mi spezzerà le dita con un tomo Treccani voci Stu-Tes se userò ancora nel corso di quest'anno l'aggettivo "carino"), un altro coyote che appare a Tom Cruise in "Collateral" e, dato che oggi in bici ho visto anche un pettirosso (era piccolissimo, la metà di un passero) anche il pettirosso visto da Russell Crowe prima della battaglia contro i germani in "Il gladiatore" e quello visto dal protagonista di "Niente di nuovo sul fronte occidentale" un attimo prima della fine del film.
Naturalmente i due caprioli non sono stati l'unico avvenimento eclatante della mia settimana: ho anche visto una donna nuda ed ho battuto il record stagionale sulla chiesa di Albinea, però nel percorso B (9'05").
7 commenti:
una curiosità che forse (ma sottolineo forse) non tutti sanno è che per distinguere il capriolo maschio dalla femmina è il fatto che il maschio ha un palco caduco (quelle che impropriamente chiamiamo corna) che la femmina non ha... ma quando il palco cade?
Allora ci viene in aiuto proprio il sottocoda bianco... nei maschietti è a forma di fagiolo (o di rene...), nelle femmine a forma di cuore, o quantomeno tondeggiante... così la prossima volta che gli vedi le terga saprai anche con chi hai avuto a che fare (in mancanza di palco).
(che detto ad uno che lavora in teatro ha un suo perchè... :P)
ah, pensavo che bastasse guardare l'ambradan per capirlo :P
(però forse i caprioli non sono superdotati come noi cani, per cui non salta subito all'occhio l'ambaradan)
grazie messer Orso, molto interessante, non lo sapevo.
Quanto ad "ambaradam" ho appena scoperto che finalmente per la prima volta in vita mia ho azzeccato una ipotesi etimologica: il termine deriva infatti da un'amba (un altopiano etiopico come l'Amba Alagi) dove italiani ed abissini condussero una battaglia tanto caotica da esser divenuta sinonimo di caos, disordine
(http://it.wikipedia.org/wiki/Ambaradan)
i caprioli erano nudi?
paco mi fai una tabella excel tipo la tua sulle donne nude con la quantità di cacche pestate nel 2008?
"Nei film questa specie di meravigliata sospensione della realtà che viene prodotta dall'apparizione di un animale..."
Diavolo di un Paco! Mi hai fatto tornare in mente il cervo che ho risparmiato ...
sottoscrivo le parole di orso
in realtà si vedrebbe anche dalla forma dell' impronta o sbaglio?
(eh oh scusate, piero angela ed io alla fine abbiamo respirato la stessa aria)
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