11 febbraio 2008

Alidoro


Ieri sera sono stato al teatro Valli di Reggio alla Prima Mondiale in tempi moderni di Alidoro, un'opera lirica napoletana del 1740. Gli altri spettatori erano tutti vestiti in giacca e pelliccia e cravatta, io invece avevo il giaccone del Rugby Reggio e un maglioncino gialloarancione che una volta era stato oggetto di una interrogazione parlamentare da parte di Stefano Gabbana. Però va bè, insomma, mi spiace. Il teatro purtroppo era vuoto per metà o quasi (ed era la prima, chissà cosa succederà stasera, povero Valli!), così sono potuto andare in un palco relativamente centrale del terzo ordine anche se sono entrato senza pagare (noi bohemiene in maglioncino arancione siamo superiori al vil denaro). C'erano i sopratitoli (cioé dei sottotitoli sopra alla scena), che è una cosa non troppo elegante ma comunque necessaria perché non sempre si riesce a distinguere quello che i cantanti dicono ed anche perché ieri sera c'era qualche battuta in napoletano ed in toscano. Mi è piaciuta molto la musica (che bello dev'essere trovarsi là nella buca a suonare l'arpa od il violino) ma ho fatto un po' fatica ad apprezzare il cantato ed a volte mi sono ritrovato a pensare ad altre cose. Del resto era in pratica la prima volta che seguivo un'opera lirica e forse iniziare con un'opera minore barocca non è la via più facile. La scenografia era appena accennata ma secondo me molto efficace: sopra un piano inclinato che rappresentava il colle di Poggioreale comparivano (di volta in volta nei tre atti) un filo per i panni, qualche ramo stilizzato, due tavolini da osteria, un ombrellino da picnic. L'ombrellino che faceva ombra al vecchio Giangrazio con una specie di sole malato sullo sfondo mi ricordava un po' le atmosfere desolate ma evocative delle storielline iniziali di "Perché Pippo sembra uno sballato?", l'album a fumetti di Pazienza. Ed in un certo senso la semplicità della trama, i toni da commedia, i colori vivaci e appunto l'essenzialità della scena facevano assomigliare un pochino l'opera ad un fumetto animato, ad un cartone. Una cosa che colpiva subito erano proprio i colori: quelli dominanti erano viola, verde ed arancione, cioé le tinte che credo andassero "di moda" nel '700. Ho letto che il blu, il giallo ed il rosso sono colori primari, mentre l'arancione (giallo+rosso), il verde (blu+giallo) ed il viola (blu+rosso) sono colori secondari; e per qualche ragione durante il '700 ed anche nel secondo rinascimento (pare che molti affreschi del'400 che abbiamo imparato ad amare nei colori "semplici" come blu, azzurro e giallo fossero originariamente invece dominati da queste altre cromìe) erano in auge queste tinte derivate, più allegre ma anche meno "sincere". Comunque insomma tutto questo era per dire che sono molto contento di esserci andato.
Ieri sera (martedì 12) "Mein Kampf" alla Cavallerizza. Prosa un po' grottesca alla Grosz od Otto Dix, interessante direi. Maschere: Annalisa A (bg), Io (bg), Maria Rosaria (P), Simona (gr).
Stamattina (mercoledì 13) "Il principe ed il povero" all'Ariosto. Storia per ragazzi piuttosto divertente. Annalisa A (P), Elisabetta D (I), Io (II), Roberto (Cm).
Ieri sera (venerdì 15) ancora Mein Kampf. Altre maschere: Andrea (P), Annalisa A (Cm), Valentina (gr).

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