17 ottobre 2007

Elogium ciocolatae


Visto che la mia dieta giornaliera è attualmente composta da mezzo chilo di cornflakes al cioccolato e da quattro cioccolate in tazza della macchinetta (qui in una foto di repertorio) e che di notte invece di Kim Basinger sogno la Torta Gelsomina ho deciso di fare un elogio alla cioccolata. Anche se Cane afferma che il termine "cioccolato" deriva da "cioccolatte" (probabilmente è stato tratto in inganno da alcuni passaggi di un racconto de "L'Adalgisa" di Gadda nei quali si parla di "cioccolatto", perciò lo perdono) in realtà come tutti sanno il termine deriva probabilmente dallo spagnolo chocolatul (choco=cacao, latul=acqua) o dall'azteco Xocholatl (l'antico e terribile Dio dei brufoli). La mia torta preferita, la Gelsomina, è fatta così: uno strato di cioccolato, poi uno strato di crema al cioccolato, poi uno strato di cioccolato, poi uno strato di crema al cioccolato, poi uno strato di cioccolato; il tutto ricoperto, per alleggerire un po', da una colata di crema al cioccolato. Mangiata fredda da frigo è ancora più buona. Da piccolo mi piacevano un sacco la Girella, il Ciocorì, il pane da toast con la nutella spalmata sopra e le barrette Kinder, invece non mi facevano impazzire gli ovetti e non mi è mai piaciuta tanto la Fiesta, ma queste sono cose che compaiono in tutte le mie biografie autorizzate e quindi non mi dilungo oltre. Anche il mio scrittore preferito -Beppe Fenoglio- lavorò per qualche tempo nell'ufficio esteri della Ferrero, l'industria dolciaria di Alba. Il film Chocolate che era stato un successone invece non l'avevo proprio sopportato, troppo melenso e retorico per i miei gusti (era quello con Juliette Binoche e Johnny Depp); de "La fabbrica di cioccolato" non ho visto né la vecchia versione né quella nuova (ancora con Depp). Quanto al teatro, ho messo "chocolate" nel motore di ricerca shakespeareano ma non ha dato nessun risultato, evidentemente al bardo non piaceva la cioccolata o forse sul finire del XVI la moda cacaosa non era ancora arrivata in Inghilterra. Ok, basta, non so più cosa dire.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

...e il ciao cream??..quanto era chimico?..pare che adesso lo usino i muratori bergamaschi,per legare la malta..bella pertss

Anonimo ha detto...

Anche io adoravo il Ciococrì...devo dire che l'uovo di Pasqua al Ciocorì è una squisitezza!!!

Anonimo ha detto...

Ah, dimenticavo...per quanto riguarda Shakespeare l'assenza di cioccolato nelle sue opere è dovuta al fatto che per tutto il '500 e gli inizi del '600 il cioccolato si diffuse quasi esclusivamente in Spagna.
Ma io credo che fondamentalmente il buon Guglielmo fosse più un tipo da salato che da dolce :))

Anonimo ha detto...

:D:D ghem. Il ciaocrem non lo mangiavo ma mi ricordo che avevo ritagliato il bimbo sulla bici da cross che compariva sull'etichetta per non so più quale strana ricerca scolastica

grazie per la consulenza sig.na Belva :)
secondo me a Willy piacevano anche i dolci, e poi anche la frutta, tanto che uno scrittore rivale invidioso lo chiamava per sbeffeggiarlo "shake-peare", "scuoti-pero" (questo era per far vedere che ho letto l'introduzione dei librini Garzanti)