1 settembre 2008

Memorie di un vecchio lettore brontolone


Mentre sfuggiva al MI-5, mister Billingham è riuscito a passarmi l'indirizzo di un sito dove si può riprodurre virtualmente la propria biblioteca (solo i titoli) e discuterne con gli altri lettori (anche se io non ho intenzione di farlo perchè non sono bravo a parlare di libri): la mia libreria virtuale è questa e per ora contiene solo cinque titoli: www.anobii.com/marcob. (Billie che è notoriamente sborone ne ha già inseriti 136; la Robbby 55).
Non so perchè ma ormai da molto tempo faccio fatica ad appassionarmi ai libri, credo sia dal periodo in cui ho scoperto Fenoglio (dodici anni fa, più o meno) che non riesco più a leggerne con piacere uno da cima a fondo. Finisco sempre per trovare qualcosa che non va in quel che sto leggendo e non di rado lo abbandono. In genere i miei dubbi non riguardano la semantica o lo stile ma, più semplicemente, la simpatia dell'autore o dei personaggi. Innumerevoli sono le storie che ho abbandonato o meditato di abbandonare perchè qualcuno "mi era antipatico". Anche il libro che sto leggendo non è sfuggito alla mia brontolaggine: "L'eleganza del riccio" è ben scritto ed arguto ma le due protagoniste mi appaiono insopportabili, però ho semipromesso a mia madre che l'avrei terminato. Anche "Siddharta" che avevo letto ad inizio estate non mi era piaciuto perchè mi era antipatico lui. Il record era stato per un libro francese o spagnolo (non ricordo), chiamato "L'ombra del vento": l'ho lasciato dopo aver letto il titolo del primo paragrafo -"Il Cimitero dei Libri Dimenticati"- ed il primo capoverso. Ed avrei altre decine di esempi.
Anche sui forum internet mi è capitato più di una volta di litigare perchè trovavo insopportabile quel che qualcuno aveva scritto. Nella vita reale non mi succede così; è vero che non parlo quasi con nessuno, però in genere le persone non mi sono antipatiche. Forse perchè nella vita reale si riescono a relativizzare i difetti delle persone, a stemperarli con i loro pregi ed a capire che in fondo le loro mancanze non sono così importanti e che comunque possiamo opporci ad esse. Nella pagina stampata invece non possiamo intervenire, essa è lì immutabile. Se un personaggio dice una cosa che a noi appare antipatica dobbiamo tollerarla e, peggio ancora, accettare che il personaggio figuri come eroe perchè all'autore ed agli altri lettori quella cosa che a noi suona antipatica appare invece una fenomenale dragata. E così se per la ventesima volta la portinaia Michel si autoloda per la propria sensibilità e la propria passione per le nature morte fiamminghe del XVIII secolo contrapponendosi alla cafoneria e rozzezza di tutti gli altri (che sono ovviamente ricchi, tanto per stare alla larga dai luoghi comuni), si deve accettarlo e non si può neanche smettere di leggere il libro perchè lo si è promesso alla propria mamma.

1 commento:

robbby ha detto...

qualcuno sta leggendo l'eleganza del riccio mi sa... :D
e comunque su anobii sono arrivata da una settimana, dammi il tempo di fare la sborona (fescion ) :D