Oggi iniziano le prove di "Sogno di una notte di mezza estate", la prima produzione 2008 dei teatri di Reggio. E' un progetto di basso profilo, non in senso negativo: reciterà una compagnia locale con attori giovani ed in un teatro piccolino (la Cavallerizza), anche se le molte serate di programmazione (ben sei) tradiscono l'attesa di un buon pubblico da parte della direzione. Oggi probabilmente comincerà solo la fase di montaggio, le prove degli attori dovrebbero partire più avanti. Il Sogno di una notte... è una delle mie opere shakespeareane preferite, ma credo che gli studiosi ed i cultori del Bardo (eccetto Belvolady) la snobbino parecchio. Tra le tante rivistazioni cui ha dato vita ci sono anche "Commedia sexy in una notte di mezza estate" di Woody Allen (uno dei suoi film che preferisco) e "Sogno di una notte di mezzo inverno" con Bob Rock e il Cirano (io ce l'ho, ho tutti gli Alan Ford originali -63?- disegnati da Magnus). Il plot del Sogno shakespeareano è un intreccio di tre o quattro storie: quella del gruppo di nobili ragazzi ateniesi, quella dei popolani, quella degli esseri fatati e magari anche quella dei personaggi recitati dai popolani. E' perciò anche (credo) uno dei primi esempi di "teatro nel teatro", al pari dell'Amleto. Per la sua ambientazione (un bosco vicino ad una nobile città) e per la separazione un po' scolastica tra le varie storie/scene mi ricorda a volte "La primavera" di Botticelli (e "La tempesta", che preferisco al "Sogno", mi ricorda "La nascita di Venere", che preferisco alla "Primavera"). Ecco, non so più cosa dire. Ah, quando uno dei popolani impersona l'asino indossa tradizionalmente una maschera somaresca che ricorda molto (oltre a quelle della comedia classica greca e latina) quella utilizzata la scorsa settimana dal bravo attore di "Pinocchio", che ho deciso essere lo spettacolo che mi è piaciuto di più tra tutti quelli ai quali ho assistito in teatro. Fino ad ora i motivi per cui mi piaceva andare a teatro erano, nell'ordine: 1) la cioccolata della macchinetta, 2) le altre maschere, 3) i muri madidi di storia (insomma, l'ambiente colto e "carino"), 4) il fatto che alle medie andavo a scuola lì di fianco. Se iniziano a programmare spettacoli come Pinocchio (o come 'Finale di partita' della scorsa stagione, o come il concerto dell'orchestra venezuelana) magari andrò anch'io come tutti proprio anche solo per il piacere di guardare gli spettacoli.
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