Quando ero un bambino (già molto sexy) mi piaceva fare la classifica dei miei attori preferiti. In testa c'era sempre Shirley Temple, della quale mi ero invaghito anche se sapevo che i suoi film erano vecchi e che doveva avere una quarantina di anni più di me. I due posti più bassi del mio podio erano invece sempre contesi da Cary Grant, Gary Cooper e Gergory Peck; in realtà però Cooper era quasi sempre quarto e quindi il secondo posto era in pratica un duello tra Peck e Grant. Tutta questa premessona per dire che Gregory Peck, del quale oggi ho visto un'immagine in un depliant durante le nove ore e un quarto consecutive in teatro, è tuttora uno dei miei attori preferiti e che "Il buio oltre la siepe" del quale è protagonista rimane nella mia top ten dei film prediletti. Tra l'altro proprio ieri mentre aiutavo mio nonno a portare giù dalle sue strette scale un armadio in noce piombato da due quintali (ho stiramenti muscolari, snestri e ferite lacero-contuse su tutto il corpo) mi sono accorto che i miei nonni hanno il libro di Harper Lee (è una donna) dal quale è stato tratto il film e che non ho mai letto. Il titolo originale è "To kill a mockingbird", che significa più o meno 'uccidere un uccellino'. Il film è molto carino (fin troppo, certe scene come quella del prosciutto sembrano fatte apposta per renderlo "carino") e Gregory Peck sempre bravo. Pare fosse così anche nella vita privata: serio, onesto, progressista ed inappuntabile. Io poi smisi presto di fare le mie classifiche perchè commisi l'errore di farne vedere una ai miei amici di cortile e lì mi accorsi che per mantenere la stima e l'amicizia virile dei propri compagni di cortile dire che si adora Shirley Temple non è la mossa migliore. Quando iniziarono a prendermi in giro pensai che non mi sarebbe mai toccata un'altra prova così dura, ma non avevo ancora portato un armadio di radica giù per le scale di mio nonno o fatto nove ore e un quarto in Cavallerizza.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento