15 febbraio 2007

Benzina e mattoni


Da piccolo vivevo in un condominio con mattoni facciavista su una strada statale. Di fronte, sull'altro lato della striscia d'asfalto, sorgeva un piccolo benzinaio. Credo fosse della ERG ma non sono sicuro. A meno di 100 metri svettava uno dei rari semafori della SS63 e spesso la coda delle auto in fila col motore acceso arrivava sotto casa mia. Ricordo che quando andavo a fare le gite con i miei genitori in Austria o Germania passavamo per certe zone dimesse del Friuli (non erano trascorsi tanti anni dal terremoto) e vedendo quelle case grige sormontate da montagne incombenti che toglievano la luce mi chiedevo come potessero vivere i bambini che ci abitavano, con quel tempo perennemente girgio, la strada trafficata e quella generale mancanza di colore. Solo molto tempo dopo, quando già avevo lasciato la mia vecchia casa, mi sono accorto che io stesso avevo vissuto in un piccolo friuli (My own private Friuli), e che quindi anche quei bambini pordenonesi che non conoscevo e che neppure avevo mai visto (sfrecciando davanti a casa loro sulla nostra Ford Fiesta me li immaginavo tutti emaciati come questuanti di Futurama ante litteram) avevano probabilmente avuto una infanzia normale e "colorata".

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