Nell’autunno 1948 il casino ospitò anche Fausto Coppi, che aveva appena vinto il Giro dell’Emilia e che adorava andar per colline con doppietta e cartucciera. Coppi, salito a Rontano insieme al massaggiatore Cimurri e al pugile Bondavalli, riuscì ad accoppare due pernici ma nessun fagiano; si consolò con un eccellente pranzo al casino.
La struttura conobbe però fortuna solo per due decenni: invecchiato il gruppo di amici che l’aveva creata, rimase stancamente attiva fino ai primi anni ’80, forse dopo uno o più rimaneggiamenti architettonici. Da allora giace abbandonata, inerme alle intemperie da più di quaranta inverni consecutivi.
Ora i muri sono in rovina, tetto e soffitti crollati, dei dipinti di Govi rimane solo un frammento vandalizzato che raffigura -probabilmente- il gruppo di amici fondatori. Forse varrebbe la pena salvare almeno quello.
Sulla facciata campeggiavano in origine due grandi dipinti di Diana e Atteone, nella sala da pranzo erano scene di caccia e cacciagione, in cucina il ritratto della cuoca indaffarata tra i vapori; ma il capolavoro doveva essere la sala da bagno per gli ospiti (o "gabinetto", come dice meglio un articolo del '48), che presentava pareti popolate da pesci e sul soffitto un cielo navigato da gabbiani e visto attraverso la rifrazione dell’acqua, a riprodurre la visione da sotto il mare. Un’idea originale, quasi geniale. Di quel cielo nella mia faticosa spedizione in bici non ho trovato traccia; nessun pezzettino di blu emergeva dai mucchi di calcinacci che un tempo si ergevano a soffitto.
A fianco della struttura rimangono una voliera desolata, una serie allineata di cucce per i cani che attendevano all'ombra i loro gozzoviglianti padroni, una nicchia con tre ugelli; è probabile che questa fosse la “Fontana di Bacco”, dalla quale spillavano come per magia vino bianco, acqua e vino rosso. Coppi, astemio, scelse l’ugello dell’acqua.
Il destino d’abbandono del casino di Rontano ricorda quello dello chalet Diana nei giardini di Reggio, anch’esso disegnato da Sorgato e anch’esso almeno nominalmente legato alla caccia, della quale Diana era dea protettrice. Lo chalet Diana fu demolito a fine anni ‘50 per far posto all’asilo omonimo. Lo chalet di Rontano è ancora lassù e forse meriterebbe di essere in qualche modo salvato. Se i rovi, suoi unici protettori da più di quarant’anni, lo permetteranno.
Dati geografici del casino: 44°30'11.2"N 10°41'19.7"E
Nessun commento:
Posta un commento