14 novembre 2006

Il Teatro Cavallerizza



A Reggio Emilia ci sono diversi teatri ma il mio preferito è il Teatro Cavallerizza, un piccolo stabile che un tempo serviva da stalla equina per la guarnigione dell'esercito dislocata nella cittadella militare. Più sobrio e "simpatico" dei più grandi Teatro Valli e Teatro Ariosto, la Cavallerizza è il contenitore artistico reggiano riservato allo sperimentale. L'ultima cosa che ho visto è stato un concerto di una banda jazz giapponese il cui leader suonava una chitarra elettrica; non era male ma ne capisco troppo poco per apprezzarla davvero o per poterla criticare. Il teatro mi piace molto e mi sarebbe piaciuto scrivere testi di prosa: qualcosa tipo Checov o Shakespeare, per tenermi basso, ma il talento si è rivelato del tutto assente. Comunque vabbè. Il mio testo preferito è forse "La tempesta" di Shakespeare ma mi sa che finché non sarà recitata da dei canguri malesi alla Cavallerizza, regno dell'off, non la vedrò.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ho una domanda sui jazzisti giapponesi, più che altro serve per aggiornare le mie statistiche:
avevano capelli tinti sul tipo pel di carota, corti ma non troppo dove per "non troppo" intendo una lunghezza fra i 4 e gli 8 cm?
e soprattutto, erano in giacca e cravatta?

Anonimo ha detto...

no, o sacra Focaccina, nessuno aveva capelli strani. Il chitarrista leader sembrava un po' Jackie Chan, il sassofonista non so che capelli avesse perché teneva sempre il basco (tradizionale copricapo nipponico), il batterista era il più togo perché aveva la postura e gli occhialini da impiegatino di Kyoto ma poi suonava come un drago e la cantante (anzi la sussurrante) aveva i capelli neri e lunghi cascanti sul davanti tipo Yoko Ono. Credo che nessuno fosse in giacca e cravatta. Spero a questo punto di comparire nelle note a piè pagina quando Lei pubblicherà per i tipi della Einaudi il suo monumentale "Studio statistico sul colore dei capelli delle jazzband giapponesi"

barbara ha detto...

tu scherzi ma si sa che i japu per alcune cose voglioni imitare talmente tanto i costumi occidentali da estremizzarli e ho notato che le capigliature più gettonate dai musicisti sono quelle piastrate e tinte con colori tendente al castano/ruggine. poi però per darsi un tono chic si mettono in giacca e cravatta

barbara ha detto...

ah dimenticavo...(momento goo oo oldfiiish)

suvvia addirittura "sacra focaccina"
qui mi imbarazzo
non mi dica così signor pert..