10 gennaio 2007

Il post delle fragole


Finalmente ho visto "Il posto delle fragole". Mi aspettavo un film bellissimo e pesantissimo ed invece è grazioso e semplice. Il protagonista e Marianne, sua nuora, sono molto bravi. La storia è un viaggio in macchina che diventa un viaggio nei ricordi; alcuni lievi, altri gravi e dolorosi. I paesaggi boschivi mi hanno ricordato le scene bucoliche di certi film di Woody Allen, grande ammiratore di Bergman. Naturalmente l'ho visto in svedese, perché così vuole il Giuramento degli Sboroni. La cosa che mi è piaciuta di più è stata forse scoprire il mondo della Svezia anni '50: ho sempre la convinzione che la gente delle altre nazioni e delle altre epoche sia e fosse composta da barbari ottusi e mi sorprende ogni volta scoprire che non è così.

8 gennaio 2007

Riflessione relativista di mezzo pomeriggio


Il paradosso di Epimenide: "un cretese asserisce che tutti i cretesi sono mentitori". Ora, credo che questo paradosso possa essere semplificato nella formula "sto mentendo". Quando noi pronunciamo la frase "sto mentendo" in realtà vogliamo significare "ho mentito nella frase precedente", ma se viene presa alla lettera la frase "sto mentendo" si riferisce a ciç che si sta dicendo in quel momento, cioé a sé stessa. Però c'è un però: se la frase è vera allora stiamo mentendo, quindi è falsa (ed una frase non può essere sia vera sia falsa); se invece è flasa allora non stiamo mentendo, quindi è vera (e non può essere falsa e vera). Cioé la frase "sto mentendo" non può essere né vera né falsa. In pratica la frase è un corto circuito logico che può essere preso come paradigma dell'impossibilità di una cosa di negare sé stessa. Secondo me ciç ha un risovlto interessante: noi possiamo indagare filosoficamente tutta la realtà, ma non possiamo mettere in dubbio i presupposti su cui si basa questa indagine della realtà poiché per metterli indubbio dovremmo usare quegli stessi presupposti e siccome mettere in dubbio comporta il negare ipoteticamente, questi presupposti arriverebbero a negare sé stessi cadendo nel paradosso epimenideo. Ciò significa dunque che noi siamo costretti ad accettare i dogmi sui quali si basa la nostra percezione della realtà perché è logicamente impossibile metterli in dubbio. Ma se non sappiamo se questi dogmi sono veri o falsi o buoni o cattivi non ha senso affidarcisi. E' come giocare a calcio sensa sapere se vince chi fa più gol o meno gol: magar giocare è divertente lo stesso, ma non ha alcun senso individuabile. Insomma, non sappiamo nulla della vita e forse non possiamo proprio saperlo. Tra l'uomo più superstizioso ed ignorante del mondo e lo scienziato più illuminato e dal pensiero apparentemente più libero da pregiudizi non c'è forse alcuna differenza.

28 dicembre 2006

L'educazione sentimentale del giovane Pert


In molti continuano a scrivermi da tutta Italia e da buona parte della Svizzera per conoscere la nascita e l'evoluzione della mia natura sessuale e perciò ho deciso di accontentarli raccontando del giorno in cui i miei ormoni di fanciullo si svegliarono per la prima volta. Ero un bimbo e mio padre nel vano tentativo di darmi una cultura cinematografica mi portò in un cinema d'essai a vedere "The rocky horror picture show". Tutti ricordano il Rocky Horror per l'atmosfera, le musiche e l'originalità, ma a me rimase impressa soprattutto la scena in cui la sposina (che poi molti anni dopo scoprii essere Susan Sarandon, che da quel momento divenne una mia idola) viene insidiata dal travestito padrone del castello camuffato da sposino. Quando Susan pronunciò la frase "ma prometti di non dirgli nulla" sentii salire alla testa da ogni parte del corpo tutti gli ormoni, ancora tristemente ignari della prolungata inattività cui sarebbero stati sottoposti negli anni successivi. Così insomma.

17 dicembre 2006

Finale di partita, teatro


L'altro giorno ho visto "Finale di partita", testo teatrale scritto da Beckett e recitato da Branciaroli. Beckett non mi era mai piaciuto granché ma Branciaroli è proprio bravo e me lo ha fatto apprezzare. Ora mi andrò a rileggere anche "Aspettando Godot", che avevo comprato tanto per fare lo sborone ma mi aveva annoiato.

2 dicembre 2006

Horny Torinco


Sto leggendo un libricino sulla psiche degli animali, scritto da Danilo Mainardi. Il capitoletto più interessante è quello sui sogni. Mainardi spiega che anche in laboratrio è stato dimostrato che gli animali sognano come noi, rivivendo ed elaborando nel sonno spezzoni della vita vissuta; e visto che solitamente gli animali più evoluti sono quelli che sognano di meno il campione dei sognatori del regno della fauna è risultato essere l'ornitorinco, essere buffo la cui evoluzione si è apparentemente fermata molto prima di quella di altre specie animali. L'ornitorinco sogna per otto ore al giorno e dorme per altre sei; in pratica passa quasi tanto tempo nel mondo dei sogni quanto ne trascorre nel mondo reale. Un antropologo romano, J.J., ha detto che presso gli aborigeni il sogno viene considerato una porta dimensionale verso un'altra realtà: il fatto che l'ornitorinco viva proprio nella terra degli aborigeni e che all'inizio della nostra evoluzione la fase di sogno fosse molto più importante che ora lascia intravedere interessanti ipotesi riguardo al significato ed alla funzione del sogno, anche se non so quali